Atlante di Torino

 


Una tradizione che ha radici lontane

Quella delle Esposizioni è una tradizione che ha radici lontane: già nel 1665 nel nuovo palazzo Reale, in occasione della festa di San Niccolao, furono predisposti sontuosi padiglioni, argentati e dorati, aperti sul davanti come botteghe, che presentavano oggetti provenienti da diversi paesi ognuno con un’insegna. C’era la bottega del Piemonte, simboleggiato da un Leone, Francia (scudo), Inghilterra (Leopardo), Germania (Aquila a due teste), Turchia (mezzaluna), l’India (sole), Venezia (Leone di San Marco), Roma (Stella), Spagna (Castello).

Il 17 aprile 1805 la città ospita la prima Esposizione in Italia a palazzo Madama con 109 espositori.
Si replica nel 1811 e nel 1812 per mostrare i prodotti del Piemonte sotto l’Impero Napoleonico, con 77 espositori.



Dal 1827 al Castello del Valentino per prodotti agricoli e commerciali, iniziativa ripetuta poi nel 1829 e quindi con un ciclo di manifestazioni triennali.

Dal 1842 La Società Promotrice delle Belle Arti organizza mostre quadriennali

L'Esposizione generale italiana fu la denominazione di due esposizioni che si tennero negli ultimi due decenni dell'800 a Torino.


Nel 1884 prima esposizione Universale a Torino presieduta da Galileo Ferraris su progetto di Alfredo D’Andrade che realizzò il Borgo medievale. L’esposizione organizzata dalla "Società promotrice dell’industria nazionale", venne articolata in otto categorie: Belle arti, Produzioni scientifiche e letterarie, Didattica, Previdenza e assistenza pubblica, Industrie estrattive e chimiche, Industrie meccaniche, Industrie manifatturiere, Agricoltura e materie alimentari. Ebbe 14.237 espositori e circa tre milioni di visitatori.

Vedi le immagini dell'Esposizione del 1884

 

Consulta: Torino, l'Esposizione Italiana del 1884 - cronaca illustrata (pdf)

 

 

 

 

 

 

 

 

image-1image-1La seconda si tenne nel 1898 nei mesi da aprile a ottobre per commemorare il cinquantesimo anniversario dello Statuto Albertino. Le imprese straniere erano ammesse solo nella Galleria della elettricità. Qualche ramo dell'industria meccanica estera non ancora sviluppata in Italia troverà posto nella Galleria del lavoro. All'interno dell'esposizione fu organizzata una "Mostra internazionale di elettricità". Ebbe circa 8.000 espositori, 43 congressi nazionali e internazionali e tre milioni e mezzo di visitatori.

Alla cerimonia di inaugurazione presenziò il re Umberto I. Le sottoscrizioni a livello nazionale raggiunsero la cospicua somma di 1.700.000 Lire.
Per la Divisione Belle Arti parteciparono 147 artisti italiani di cui cinque donne

 

Vedi le immagini dell'Esposizione del 1898


image-1Nel 1902 si organizza l’ Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna, in cui furoreggia il Liberty.
Il debutto del Liberty nel panorama architettonico torinese, suggerito ed influenzato dalle correnti dell’Art Nouveau internazionale, risale proprio al 1902.

Il gusto secessionista dei padiglioni dell’Esposizione, duramente criticato dagli osservatori italiani e stranieri, non è l’unico riferimento che arrivaò d’oltralpe.

 

image-1Le immagini dell'Esposizione del 1902

 

 

 

 

L'Esposizione internazionale d'arte decorativa moderna, tenuta a Torino nel 1902, fu un'importante manifesto internazionale dello stile Liberty. Fu la prima su questa tema, è infatti ufficialmente denominata "Prima esposizione internazionale d'arte decorativa moderna".

Inaugurata grandiosamente al parco del Valentino nell’aprile del 1902, si proponeva di presentare al pubblico italiano ed europeo il meglio della produzione internazionale nell'ambito dell'architettura, dell'arredamento e delle arti applicate.

Frutto di un entusiastico lavoro di un gruppo di artisti torinesi, tra cui Pietro Fenoglio e Gottardo Gussoni, l'avvenimento rappresentò il culmine del successo nella breve ma gloriosa esperienza del Liberty italiano e torinese.
Grazie anche al contributo di Raimondo D'Aronco, l'esposizione ebbe un notevole rilievo internazionale e vi si respirò un clima di spensieratezza e di fiducia nel progresso e nella modernità.

Non rimane traccia delle strutture fieristiche e dei padiglioni degli stati partecipanti (Gran Bretagna, Germania, Francia, Belgio, Austria, Ungheria, Danimarca, Svezia, Stati Uniti e Giappone).
L’Esposizione rimase aperta fino a novembre dello stesso anno ed il nuovo stile influenzò l'architettura a Torino.

Il Cinquantenario dell’Unità
La prima manifestazione organizzata per festeggiare l’unita’ d’Italia risale al 1911 anno in cui ricorreva il cinquantenario. Registrò 7 milioni di visitatori. Particolare successo riscosse il padiglione della moda, che presentava su modelli in cera a grandezza naturale, il meglio della produzione degli atelier torinesi. Proprio in quell’occasione si parlò, per la prima volta, di “Moda italiana”
Fu la svolta che introduceva alla modernità con elettricità e automobili protagoniste.
Le immagini dei Palazzi e dei Padiglioni costruiti per l’occasione sembrano quasi scenografie cinematografiche, invece erano costruzioni vere e proprie, costruite, distrutte, e ricostruite a tempo di record ancora più belli e fastosi per l’Esposizione successiva, in una rincorsa frenetica di cui si è salvato ben poco.

Le immagini dell'Esposizione del 1911

Capitale Igienica
In quest’occasione un Congresso Medico proclamò Torino “Capitale igienica d’Italia”.
In effetti nel 1927 la mortalità sarà solo dell’11,15%, la più bassa in assoluto nella penisola

 

 

 

 

 

Consulta: Guida pratica della Esposizione Internazionale Torino 1911 (.pdf)

 

 

 

 

 

 

 





Nel 1928 col pretesto di celebrare la vittoria nella 1° guerra mondiale si organizzò un’Esposizione che risentì dei tempi difficili che si stavano vivendo

24 marzo 1946 – Inaugurazione, alla presenza del primo ministro Alcide De Gasperi, della Mostra della Meccanica, la prima del dopoguerra, allestita al cinema Lux in galleria San Federico.

Nel 1951 viene organizzata l’Esposizione Internazionale di arte tessile e della moda. Dalla metà degli anni 50 fino alla metà degli anni 70 Torino Esposizioni ospitò il SAMIA, il Salone Mercato Italiano dell’Abbigliamento.

Per la ricorrenza del centenario dell’Unità d’Italia venne organizzata una grande Esposizione denominata “Italia ‘61”.
Presidente del Consiglio Direttivo fu Mario Dogliotti, mentre Amedeo Peyron presiedette il Comitato Generale

Per l’occasione venne interamente bonificata la zona sud, lungo il Po.
L’evento richiamò più di quattro milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo attirati dalle futuristiche attrazioni:
la monorotaia Alweg, il Circorama, sistema di proiezione cinematografica a 360 gradi della Walt Disney, la funivia che collegava in modo spettacolare, passando sopra il Po, il Parco del Valentino con il Parco Europa.
Per ospitare le mostre furono edificati il Palazzo del Lavoro e il Palazzo a Vela.

Almeno 5 milioni di persone visitarono le varie iniziative:
Mostra delle Regioni, la Mostra della Moda, Stile e Costume, l’Esposizione Internazionale del Lavoro, la Mostra Storica di Palazzo Carignano e “Flor 61”.

La monorotaia di Italia 61
In occasione dell’Esposizione di Italia 61 la Alweg realizzò una monorotaia che attraversava l’area espositiva, con un percorso di circa 1.800 metri su un viadotto rettangolare.
Il convoglio era composto da tre tronconi, con 80 posti a sedere e 120 in piedi. Pesava 38 tonnellate (era costruita in lega leggera), era lunga 30 metri, larga 3 e alta 4,5m.
Dopo la chiusura dell'Esposizione, ci si rese conto che la monorotaia non era di alcuna utilità ma per non smantellarla, si decise comunque di mantenerla in funzione, nei fine settimana, nel periodo estivo; funzionò così per qualche mese d'estate nel 1962, poi nel 1963 e nel 1964. Ma sia per la zona sia per il costo del breve viaggio (250 lire a persona, quando il biglietto del tram ne costava 50) l'iniziativa non ebbe successo. Alla fine, l'Atm decise che il mantenimento della monorotaia era troppo costoso e la fermò definitivamente.
Nel 1972, per i lavori di prolungamento del sottopasso del Lingotto venne decisa l'asportazione della linea in quel tratto, in seguito estesa a quasi tutto il tracciato (eccetto quello sul laghetto, tuttora esistente); infine, nel 1980, l'incendio con la distruzione del convoglio mise definitivamente fine alla storia della monorotaia.

Vedi le immagini della monorotaia di Italia 61

Palazzo del Lavoro di Italia 61
Nel 1959 venne bandito l’appalto per la costruzione del padiglione di 47.000 mq che avrebbe ospitato la grande mostra sul lavoro presieduta da Giovanni Agnelli e allestita da Gio Ponti. A ottobre, la giuria aggiudica l’appalto all’impresa Nervi & Bartoli. I lavori iniziano nel febbraio del 1960, a fine dicembre l’edificio è già concluso.
Il progetto definisce un immenso spazio quadrangolare (22.500 metri quadrati circa) caratterizzato da una copertura su base quadrata a ombrello di 40 m di lato suddivisa in sedici elementi indipendenti. Ogni «ombrello» è costituito da un pilastro centrale rastremato alto più di 20 m e da una raggiera di travi in acciaio, ed è separato dal successivo da una fessura-lucernario. Il Palazzo del Lavoro è semplice e immediatamente leggibile dal punto di vista strutturale, all’interno come all’esterno: il suo involucro è composto da palette frangisole, la cui inclinazione cambia sulla base dell’esposizione eliotermica, e da fusi in lamiera con funzione statica.
L’opera, straordinaria per dimensioni (158 m di lato, 26 di altezza) e innovazione tecnologica e costruttiva, genera al proprio interno spazi flessibili, in vista di ulteriori impieghi post-evento: un grande salone centrale e relativa galleria, con quattro bar agli angoli. Nel piano interrato sono alloggiati gli impianti, una sala conferenze, due sale cinematografiche, un albergo diurno.
A celebrazioni ultimate l'edificio viene inizialmente destinato a sede torinese dell’International Training Centre del Bureau International du Travail dell’ONU, che lo abbandona a metà anni settanta. Nonostante le varie soluzioni per un possibile riutilizzo proposte dallo stesso Nervi nel concorso del 1959, tra cui figura anche un impianto sportivo, gli anni passano tra usi impropri e assenza di strategie. Nel 2007 il Demanio lo cede a una società di sviluppo immobiliare per trasformarlo in centro commerciale, con apertura prevista per il 2014; nel 2015 il palazzo è danneggiato da un grave incendio, nel 2018 è ancora in stato di abbandono.

Vedi le immagini del Palazzo del Lavoro a Italia 61

Palazzo a Vela (PalaVela)
In Via Ventimiglia, 145, costruito nel 1959, inizialmente denominato Palazzo delle Mostre. Deve il nome alla sua forma.
Insieme al vicino Palazzo del Lavoro fu il simbolo delle celebrazioni di Italia '61 e, dopo anni di abbandono, è stato riutilizzato per i XX Giochi olimpici invernali del 2006.
Nel 1981, nell'ambito della manifestazione Sportuomo, venne allestita al suo interno la prima palestra artificiale di arrampicata in Italia, dedicata a Guido Rossa, sindacalista e componente del Club Alpino Accademico Italiano. La palestra restò in funzione, continuamente aggiornata, fino al suo abbattimento nel corso della ristrutturazione ed ospitò diverse prove del Campionato Italiano di Arrampicata Sportiva.
Nel 2003 il Palavela fu completamente ristrutturato dall'architetto Gae Aulenti per ospitare le gare di pattinaggio di figura e short track dei XX Giochi olimpici invernali. Da allora la struttura ospita nuovamente eventi di pattinaggio artistico e manifestazioni culturali di vario genere.

Vedi le immagini del Pala Vela

ONU nei padiglioni delle Regioni
I padiglioni delle Regioni realizzati per Italia 61 furono recuperati e oggi ospitano il Campus ONU di Torino (quello che una volta era conosciuto come BIT).
Alla fine dell’esposizione, su iniziativa della Sezione Piemonte della SIOI (Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale), che tra l'altro aveva curato le esposizioni all'interno del Palazzo del Lavoro, si mise in moto una macchina organizzativa (i suoi membri più attivi erano Gianni Agnelli e il sindaco Peyron) che propose all'Organizzazione Internazionale del lavoro (BIT o ILO a seconda che si sia francofoni o anglofoni), all'epoca alla ricerca di un luogo in cui impiantare un proprio centro di formazione, di occupare quegli spazi.
Oggi il Campus ONU (unico centro di formazione delle Nazioni Unite al mondo) ospita il Centro di formazione dell'ILO (ITCILO). l'UNICRI (Agenzia ONU per la ricerca sul crimine organizzato), lo Staff College delle nazioni Unite (UNSSC, centro di formazione per i funzionari ONU), la Sezione Piemonte e Valle d'Aosta della SIOI (che si occupa di formazione e promozione in campo internazionalistico) e il Centro per l'UNESCO di Torino.

Vedi le immagini dell'Esposizione delle Regioni a Italia 61

Circorama Disney
La Fiat donò alla città un circorama (brevetto Disney), un cinema a 360 gradi. Per l'occasione lo stesso Walt Disney visitò la città e l'Esposizione

 

 

Vedi le immagini del Circorama Disney a Italia 61

image-1Bus a due piani
Per l'occasione la Viberti realizzò autobus a due piani che ricordavano quelli londinesi.

 

 


 


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