Atlante di Torino




 

Un maestro forestiero

Nel XIV secolo il Comune decide di stipendiare un maestro, solitamente forestiero, per tenere una scuola di Grammatica e Trivio nella quale si insegnino: grammatica, Retorica e dialettica. Nel 1327 il maestro è Pietro di Brescia, sostituito nel 1335 da Guglielmo Gazzaro di Bene che percepiva uno stipendio di 16 soldi viennesi. Nel 1376 lo stipendio sale a 40 fiorini d’oro.
Nel 1393 il maestro è Taddeo dei Branchis di Verona, e nel 1402 Pietro Gaudin di Embrun.
Intanto nel 1388 era stata aperta una scuola pubblica di Medicina e Chirurgia, mentre le prime ad occuparsi dell’istruzione femminile furono, nel 1586, le monache di S. Croce e S. Chiara,
Ai tempi di Emanuele Filiberto si consigliava: “I bambini e I giovani devono essere battuti spessissimo. Molte battiture fanno loro buon pro, perchè la sdrucciolevole età ha bisogno di essere tenuta a freno dall male..”

Nell’800 le elementari erano in due anni che, volendo,  si potevano frequentare a casa con l’aiuto di un precettore privato. Si imparava  a leggere, scrivere, conoscere i numeri, il catechismo e un po’ di storia sacra. Poi sei anni di secondaria con lo studio di latino e italiano, quindi due anni di filosofia in cui si insegnava logica, etica, aritmetica, algebra, geometria, fisica e storia naturale e, a scelta, grammatica greca o storia. Dopo l’Università. Le classi erano numerate al contrario, così la prima contraddistingueva l’ultimo anno. Le ultime due si chiamavano d’umanità e di retorica. Gli studenti dovevano andare a scuola vestiti decentemente secondo il loro stato, con mani pulite e capelli pettinati.
L’istruzione era in gran parte in mano ai gesuiti. Tutte le mattine elementari  e secondarie dovevano assistere alla messa. All’Università era d’obbligo la confessione mensile.

I Collegi, più tardi denominati ginnasi, erano tre: al Carmine, annesso al convento dei gesuiti, a San Francesco da Paola di fronte al teatro d’Angennes, e al fondo di v. Madonna degli Angeli (ora Carlo Alberto) a Porta Nuova.
Quest’ultimo fu quello frequentato da Vittorio Bersezio che ne racconta il freddo e le punizioni che erano di tre tipi: stare in ginocchio per un certo tempo, anche tutto il giorno, i pensi (ricopiare più volte un testo, spesso religioso) e anche qualche scapaccione. In precedenza era anche in uso far fare il segno della croce con la lingue per terra

Nel 1869 ci sono 9 scuole private maschili per un totale di 397 allievi e 18 femminili per 895 allieve.
Gli asili sono 19 con 1936 bambini e 2205 bambine (tot. 4141)
Le origini del Liceo Classico Vincenzo Gioberti risalgono al  Collegio di San Francesco da Paola, nel convento dei Frati Minimi, in Contrada di Po, a partire dal 1627.
Codificato come Liceo Classico del Regno d’Italia il 4 marzo 1865, a seguito del Regio Decreto che istituiva i primi 18 ginnasi del Paese, fu intitolato a Vincenzo Gioberti.