Atlante di Torino
La GAZZETTA DEL POPOLO
Il quotidiano «Gazzetta del Popolo» di Torino fu fondato nel 1848 da Giovanni Battista Bottero, Alessandro Borella, N. Rosa e Felice Govean in piazza IV Marzo.
Di indirizzo liberale, appoggiò la politica di Cavour e il programma di unificazione d’Italia. In seguito il giornale fu oppositore del governo giolittiano e sostenne l’intervento nel primo conflitto mondiale.
Il 31 dicembre 1983 la gloriosa testata, dopo 135 anni di vita. cessò definitivamente le pubblicazioni
Leggi i primi 30 numeri della Gazzetta del Popolo del 1856
Leggi: G.B. Bottero un giornalista del Risorgimento (la storia della Gazzetta del Popolo).
LA STAMPA
Fondata il 9 febbraio 1867 come Gazzetta Piemontese col motto Frangar non flectar. Stampato nella tipografia di Casimiro Favale in via Dora Grossa (Garibaldi) con una tiratura di ventimila copie e due edizioni giornaliere. Dal 1867 fu diretta da Giovanni Roux.
Nel 1894 divenne comproprietario Alfredo Frassati, che che dal 1900 fu anche direttore e poi unico proprietario. Frassati, padre del beato Pier Giorgio Frassati, rinnovò profondamente il giornale sia negli impianti sia nella linea editoriale, dandogli un profilo nazionale. Il 31 marzo 1895 il quotidiano uscì per la prima volta con il nuovo nome “La Stampa”. La sede fu spostata in p. Solferino dove utilizzò una delle prime linotype arrivate in Italia.
Nel 1900 il quotidiano arrivò a stampare cinquantamila copie con un supplemento illustrato sportivo e la rivista “La Donna”. Il 20 maggio 1915 le copie arrivano trecentomila.
Per aver preso posizione contro l’assassinio di Giacomo Matteotti, Frassati dovette dimettersi e vendere il giornale alla famiglia Agnelli.
Nel 1934 “La Stampa” ebbe una prestigiosa sede nella nuova via Roma. Da qui traslocò nel 1968, conservando tuttavia i saloni al piano terreno per il pubblico, poi trasformati in libreria, mentre le rotative con gli uffici di redazione e di amministrazione vennero trasferiti in via Marenco, in un edificio lamellare in vetro, realizzato su progetto di Vittorio Bonadè Bottino e Luigi Ravelli.
Il lunedì non usciva nelle edicole ed era sostituito dal quotidiano, altrettanto storico, Stampa Sera.
Nel 1847 gli addetti alle tipografie erano 780 (a Milano nello stesso periodo erano 600).
“Femminismo”
Il Corriere di Torino del 1881 racconta: “Domenica nel borgo del Rubatto ebbe luogo la corsa degli uomini e quella delle donne. Lo diciamo francamente: la scena che presentarono queste ultime era tutt’altro che edificante, faceva schifo. Noi non comprendiamo come in una città così ordinata e così pulita come Torino, siano possibili spettacoli di tal fatta”.