Atlante di Torino

 



Le origini della Camera di Commercio di Torino si fanno risalire al XV secolo, ma solo nella seconda metà del seicento fu attribuito all’istituto un formale ordinamento.

Cambiò spesso denominazione:
1687-1728 Sovraintendenza generale del commercio arti e manifatture
1729-1801 Consiglio di Commercio
1802-1814 Camera di Commercio
1815-1826 Consiglio di Commercio
1827-1863 Regia camera di agricoltura e commercio

Nel 1814 la Restaurazione conferma l’obbligo del libretto di lavoro, introdotto dai francesi. Bastava un mese senza occupazione per essere iscritto nella lista dei cittadini sospetti.
Nel 1816 fu proibito il commercio di cappelli usati, nel 1817 venne proibito ai sarti di vendere abiti nuovi già confezionati, nel 1824 quello delle scarpe non fabbricate in città.

Anticamente buona parte dei commerci e degli scambi avvenivano nei banchi posti nelle vie, nelle piazze o nelle botteghe all’interno dei palazzi. I progetti dei palazzi, fino all’inizio del Settecento, non prevedevano la parte esterna delle botteghe fino all’editto per il raddrizzamento della contrada di Dora Grossa (Garibaldi), con il quale si dichiara la via, una delle principali arterie: “primariamente destinata per li negozianti, e mercatanti più riguardevoli, cioè d’oro, d’argento, di seta, di panno, di tele, et altri di simile condizione”.
Il commercio, da ingombrante necessità, si trasforma in fonte di lucro per i proprietari di immobili: poiché destinare il piano terreno a botteghe garantisce una rendita sicura, fin dalla progettazione degli edifici spesso si provvede a disegnare decorazioni per lo zoccolo commerciale che richiamano le cornici degli androni e dei passi carrai.

Vittorio Bersezio racconta la situazione delle botteghe a metà dell’800: “..avevano una modesta semplicità... non avevano né vetrine, né lucide insegne, né merci in mostra, né splendore di specchi, né indorature, né eleganze di mobili, né sfolgorio d’illuminazione... Facevano eccezione a quella modestia i caffè e le confetterie, che presentavano all’avventore volte riccamente dipinte, pareti artisticamente stuccate, ampi specchi a cornici dorate, sofà e seggiole coperti di velluto”.
Il regolamento edilizio del 1843 proibisce di esporre le merci sui marciapiedi e di esporre al pubblico insegne od iscrizioni senza permesso del Vicario: “ le quali “non si possono fare sul nudo muro, ma solamente sovra puliti quadri di proporzionata grandezza, e di uno sporto non maggiore di centimetri 25 dal muro, non si può sovra le insegne fare iscrizioni diverse da quelle che saranno tenorizzate nella carta di permesso, ed è vietato di farvi variazioni, abbreviature od aggiunte”.

Nel 1850 si costituisce la Borsa la cui direzione è affidata alla Regia camera. Al momento dell’unità nazionale fu riordinata e denominata Camera di commercio e arti e posta sotto il controllo del Ministero dell’agricoltura industria e commercio, le furono attribuite funzioni sia informative sia amministrative, ampliate dalla legge 20 marzo 1910, n. 121 che stabilì la nuova denominazione di Camera di commercio e industria.

La carta intestata illustrata compare a metà dell’Ottocento, importata dalla Francia. Inizialmente il nome della ditta è arricchito da greche e ghirlande, poi compaiono incisioni che riproducono le facciate delle botteghe con le merci esposte o l’interno della bottega o del laboratorio.
La prima confraternita di Arti e Mestieri nacque nel 1612 ad opera dei gioiellieri e degli argentieri. Ecco l’elenco della varie corporazioni con il relativo anno di nascita.

Arte e mestiere - Anno
Gioiellieri e argentieri 1612
Stipettai e fabbricanti di carrozze 1636
Coriatori 1666
Passamantari 1686
Drappieri e tovaglieri 1687
Parrucchieri 1736
Tintori di sete 1724
Filatori di seta 1724
Orologieri 1733
Piuolai 1733
Falegnami 1733
Fabbricatori di calzetti 1734
Fabbricatori di cappelli 1736
Fabbricatori di bottoni d’oro e argento 1737
Minusieri, ebanisti, mastri di carrozza 1738
Serraglieri 1738
Sensali giurati 1738
Calzolai 1738
Mercanti di stoffe di seta 1738
Sellai 1738
Tappezzieri 1739
Fabbricatori di stoffe seta, oro e argento 1739
Confettieri e distillatori d’acquavita 1739
Stagniaiuoli 1739
Tolai 1741
Fabbricatori di cere 1751