Atlante di Torino
La chiesa di San Domenico è ubicata all'angolo tra via San Domenico e via Milano a Torino.
- Panoramica interattiva
- 1) Ingresso - esterno
- 2) altare S.Lucia
- 3) altare del Crocifisso
- 4) altare Amedeo IX
- 5) S.Vincenzo Ferrer
- 6) affresco S.Antonino
- 7) antico ingresso
- 8) chiostro
- 9) cappella "delle Grazie"
- 10) abside altar maggiore
- 11) cappella del Rosario
- 12) porta laterale
- 13) gruppo della Pietà
- Guida Craveri 1753
Le vetrate istoriate dei finestroni che si affacciano su via Milano:
Il presunto vessillo della flotta sabauda alla battaglia di Lepanto.
Si ringrazia per la gentile e preziosa collaborazione padre Ferrua.
La chiesa di San Domenico è la principale testimonianza dell'architettura medievale di stile gotico a Torino, oltre che uno dei luoghi di culto più antichi della città.
L'edificio, nel corso dei secoli, ha subito molte trasformazioni, anche radicali: nella sua impostazione originale (seconda metà del '200) era composto solo dall'attuale sacrestia, dalla cappella "delle Grazie" ed dalla zona presbiteriale, era orientato verso est (l'attuale via Milano) e la porta (oggi murata) si apriva sul "chiostro dei morti", come si può vedere nella foto in basso.
Divenne ben presto uno dei centri della cultura cittadina, grazie alla biblioteca fondata da padre Giovanni da Torino, nel convento adiacente alla chiesa (1260). Inizialmente l'edificio non aveva nè facciata (completata nel 1334) nè campanile (eretto nel 1451).
In un'ala del convento (verso via Bellezia) ebbe sede l’Inquisizione (con annesso carcere e cimitero) che, dal 1252 risultò una delle meno intransigenti in Italia, pur decretando 80 condanne a morte. Qui fu giudicato anche Jean Jacques Rousseau.
Verso la metà del XIV secolo (1331) si effettuò il primo ingrandimento, ruotando di 90 gradi l'asse maggiore e aggiungendo 3 campate verso sud (l'attuale via San Domenico) che ne raddoppiò la capienza.
Tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo si demolì la facciata e se ne realizzò una nuova dopo aver aggiunto altre due campate.
Le varie fasi dell'edificazione di San Domenico.
Nel 1516 la chiesa venne divisa orizzontalmente da un soffitto in muratura per ospitare, nella parte superiore, il coro dei religiosi. Nel 1776 tale struttura verrà poi demolita.
Particolare della mappa di Torino (tratta dal Theatrum Sabaudiae) disegnata nel 1674: 1) il complesso di San Domenico, 2) il palazzo del Comune, 3) la torre civica, 4) palazzo reale, 5) palazzo Madama. In giallo via Garibaldi (al tempo contrada di Dora Grossa) e in arancione via Milano (contrada d'Italia).
Nel 1630, durante la peste, fu praticata un’apertura, protetta da una grata, per permettere alla gente di assistere alla Messa, senza entrare in chiesa.
Nel 1729 nell'ambito del nuovo piano regolatore della città, progettato da Filippo Juvarra, che prevedeva l'ampliamento della contrada d'Italia (l'attuale via Milano), venne demolita la navata destra e la chiesa fu accorciata di oltre quattro metri. Dopo la metà di questo secolo, nel 1765, venne poi gravemente danneggiata da un incendio.
Il complesso di San Domenico custodisce anche un grande vessillo che, secondo alcuni, sarebbe appartenuto alla nave, comandata da Andrea Provana di Leynì, che partecipò alla battaglia di Lepanto. Proprio le sue dimensioni fanno dubitare su questa attribuzione, forse solo la parte centrale del cimelio fece parte del vessillo che si dice donato da Vittorio Amedeo II, alla cappella del Rosario, in ringraziamento dopo la vittoria nell'assedio di Torino del 1706.
Consultate come la guida di G.C.Craveri, del 1753, illustrava la chiesa di San Domenico.
Nel 1795 finestroni rettangolari rimpiazzarono le slanciate monofore dell'abside, vennero eliminate le nervature in cotto e i pilastri polilobati, si innalzò di quasi un metro il piano del pavimento e si aggiunse un cornicione in stucco lungo tutti i fianchi dell'abside. In poche parole l'edificio venne "barocchizzato", pare per espressa volontà dei Savoia.
Ad inizio 800 fu costruita una cancellata per impedire ai malviventi di usufruire del diritto d’asilo.
Nel 1802, durante l'occupazione francese la Commissione Esecutiva sfrattò i frati, insediando al loro posto una caserma. Col ritorno dei Savoia l'edificio venne restituito al Comune, ma rimase in vigore la legge che proibiva di seppellire vicino alle chiese, all'interno della città.
Particolare della mappa di Torino durante l'occupazione dei francesi di Napoleone (1808): 1) il complesso di San Domenico risulta ancora contrassegnato con una croce indicante la chiesa, 2) il palazzo del Comune, 3) la torre civica non c'è più, venne abbattuta proprio dai francesi il 21 marzo del 1801, 4) palazzo imperiale, 5) corte d'Appello (palazzo Madama), 6) Duomo di San Giovanni.
Due interventi successivi, nel 1866-70 e nel 1906-11 (sotto la direzione di Riccardo Brayda e Alfredo d'Andrade) riportarono l'edificio alla sua originale impronta gotica. L'ultimo intervento di resaturo risale al 1986, sotto la direzione di Giovanni Romano, soprattutto per quanto riguarda gli affreschi della cappella "delle Grazie", testimonianza fondamentale della cultura figurativa trecentesca, risalente alla metà del XIV secolo (già restaurati all'inizio del XX secolo, con esiti discutibili, da Giovanni Vacchetta).
Nella chiesa sono sepolti lo storico Filiberto Pingone (1525-1582), Pietro Cambiani da Ruffia (1320-1365), uno dei primi inquisitori del Piemonte. Riposa qui anche padre Reginaldo Giuliani (1887-1936), cappellano degli Arditi, pluridecorato nella prima guerra mondiale, legionario fiumano con D'Annunzio, poi delle Camicie Nere del Gruppo Diamanti in Africa, caduto a passo Uarieu il 21 gennaio 1936 e decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare. Tra le varie lapidi, una ricorda padre Giuseppe Girotti, morto nel campo di sterminio di Dachau nel 1944.
Nella chiesa ebbe anche la sua prima sepoltura Emanuele Filiberto, prima di essere tumulato nella cappella della Sindone.
San Domenico non fu prediletta solo dalle famiglie nobili (i cui stemmi realizzati all'inizio del XX secolo campeggiano sulle colonne), ma pure dal popolino, specie gli ambulanti del mercato di Porta Palazzo.
Entra e visita la chiesa con l'immagine panoramica interattiva a 360°: visita
La pianta attuale dell'edificio col dettaglio dei punti di maggior interesse (cliccando sulle specifiche in basso i relativi approfondimenti e le immagini esplicative):
1) ingresso principale, facciata - parte esterna
2) altare di santa Lucia e santa Rosa
3) altare del Crocifisso e dei Santi domenicani
4) altare del beato Amedeo IX
5) altare di san Vincenzo Ferrer
6) affresco di sant'antonino - pulpito
7) antico ingresso della chiesa - lunetta
8) chiostro, sacrestia
9) cappella dell'Annunziata "delle Grazie"
10) abside, altare maggiore, crocefisso
11) cappella del Rosario
12) porta laterale (su via Milano) esterno
13) gruppo della Pietà