Atlante di Torino
Vie e luoghi della vecchia Torino che non ci sono più,
o hanno cambiato nome, ma non sono stati dimenticati.
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CONTRADA DEI BAGNI - RUE DES BAINS
Venne aperta nel 1700 con il terzo ingrandimento della città. Dalla piazza della Consolata conduceva alla contrada delle Scuole (ora via Bligny), corrisponde all'attuale via Vincenzo Valerio. Prese il nome da uno stabilimento di bagni esistente al fondo di via Consolata.
Era il primo e l'unico già in funzione nel 1781, ad eccezione di un altro posto sulla riva destra del Po.
Durante l'occupazione francese fu battezzata rue des Bains.
CONTRADA DEL BALUARDO
La contrada del Baluardo si trovava lungo le mura della città in corrispondenza dell'antica Porta Nuova, creata dopo il primo ingrandimento della città. Più o meno aveva il tracciato del primo tratto dell'odierno corso Matteotti.
REGIONE DI SANTA BARBARA
Regione della Fontana di Santa Barbara, fontana pubblica che sgorgava nell'isolato compreso fra le vie Fiocchetto, Priocca ed i corsi Regina Margherita ed XI Febbraio, dove nel 900 era ubicata la caserma dei Vigili del Fuoco.
CONTRADA DELLA BARRA DI FERRO
La Barra di Ferro (nell'attuale via Bertola) anticamente denominata contrada della Barra di Ferro, in quanto la sera veniva calata una barra di ferro per chiuderla, ed era proibito alle meretrici varcarla.
Così, per procurarsi clienti, le signore in questione usavano i loro grandi scialli o le lunghe sciarpe per accalappiare letteralmente i passanti, avvicinarli a loro e iniziare le trattative.
BARRIERE DAZIARIE
Con la costruzione della cinta daziaria tutt'attorno a Torino, si realizzarono, in corrispondenza delle principali strade che uscivano dalla città, delle barriere per gli addetti alla riscossione dei dazi.
All'origine le Barriere erano soltanto nove, poco oltre la metà del 1800: Barriera di Nizza sulla via Nizza, di Stupinigi sul viale omonimo, di Susa circa all'angolo degli odierni corsi Mediterraneo e Galileo Ferraris, di Orbassano sul corso omonimo, della Crocetta circa all'angolo di via Cristoforo Colombo con corso Mediterraneo, di San Paolo circa a piazza Sabotino odierna, di Francia sullo stradale di Rivoli, del Martinetto in capo a via San Donato, di Lanzo sullo stradale di Lanzo, di Milano sul corso Vercelli, dell'Abadia sulla strada del Rivore (odierno corso Giulio Cesare), del Parco sul corso Regio Parco, del Colombaro sul corso Novara, presso il ponte sulla Dora, di Vanchiglia sul corso Tortona circa all'angolo con corso Belgio, del Po sul piazzale Regina Margherita, di Casale sul corso Casale e di Piacenza sul corso Moncalieri.
CONTRADA DEL BASTION VERDE
Apparteneva all'antica Torino e metteva in comunicazione l'angolo sud-est della piazza d'Italia (piazza della Repubblica d'oggi) con lo slargo antistante la Porta Palatina. Fu eliminata nelle demolizioni per la creazione della piazza Cesare Augusto e nuova sistemazione della zona. La contrada prese nome da uno dei bastioni delle antiche fortificazioni di Torino i cui resti sono oggi compresi nel giardino reale.
Il Papacino afferma che questo bastione fu uno dei più antichi d'Italia, in quanto innalzato nel 1464 per ordine del duca Ludovico.
Pare invece che la costruzione risalga al 1558 quando si cominciò ad affermare il nuovo sistema della difesa laterale e delle cinte bastionate. In epoca più antica il bastione si chiamò degli Angeli dal nome di una chiesa vicina, successivamente fu denominato Bastion Verde. Questo quando Carlo Emanuele II fece decorare l'interno con predominanza di verde, coprendo d'edera l'esterno del piccolo padiglione costruito, si crede, dal Vittozzi e che si vede ancor oggi sul bastione. Il Duca decorò di quel colore il padiglione in memoria ed omaggio alla moglie Francesca di Valois, morta in giovane età, che prediligeva quel sito, dove passava lunghe ore a guardare dal terrazzo la vista sull'aperta campagna e sulle sponde della Dora, amantissima, com'era, del color verde. Il piccolo padiglione è anche chiamato Garittone del Bastion Verde.
CONTRADA DELLE BECCHERIE - RUE DES BOUCHERIES
Apparteneva all'antica Torino, ma scomparve nella nuova sistemazione data alla Porta Palatina, con gli sventramenti per la formazione della piazza Cesare Augusto. La contrada delle Beccherie, così detta dal nutrito numero di tali negozi, andava circa dalla piazza d'Italia (piazza della Repubblica odierna), alla contrada delle Scuderie Reali, altra contrada oggi scomparsa nelle demolizioni di cui sopra. Durante la dominazione francese fu battezzata rue des Boucheries.
VIETTA O VICOLO «DLE BELE CHEUSSE»
Era così denominata popolarmente una vietta o vicolo che apriva un passaggio nell'ultimo isolato del borgo Nuovo verso il fiume. Non è dato di sapere, ma si può immaginare, il motivo per cui la vietta fosse chiamata, in dialetto, "delle belle cosce".
Il borgo Nuovo, di cui fu iniziata la costruzione circa nel 1830-40, comprese approssimativamente la zona fra il viale del Re (corso Vittorio Emanuele II) a sud, la strada Lungo Po (corso Cairoli) ad est, la contrada dell'Ospedale (via Giolitti) a nord e contrada della Madonna degli Angeli (via Carlo Alberto) ad ovest.
CONTRADA DEL BELVEDERE
Aperta nel 1830, nel quarto ingrandimento della città. Corrisponde all'odierna via Fratelli Calandra. Derivò il nome probabilmente da un belvedere colà esistente o dal nome di un'osteria.
CONTRADA DEI BERRETTAI
Così sarebbe stata chiamata un tempo tutta, o parte, della contrada del Fieno, la via Botero odierna.
CORTILE «DLA BERTA»
Prendeva nome dall'antica osteria omonima, sita secondo alcuni all'angolo della contrada Nuova con quella della Barra di Ferro (via Roma angolo via Bertola d'oggi).
VICOLO «BONNE FEMME»
Vicolo che si apriva sulla contrada dei Guardinfanti (via Barbaroux d'oggi), per il servizio dell'albergo Bonne Femme, nella sua prima sede, poi distrutto nello sventramento per l'apertura della via Pietro Micca e trasferitosi in questa via.
BOULEVARD BORGHESE
Sotto la dominazione francese il passeggio o corso della Cittadella, che seguiva con linea spezzata i bastioni della fortezza da corso Valdocco all'odierna piazza Solferino, venne denominato "Boulevard Borghese", in onore del principe Camillo Borghese, marito di Paolina Bonaparte (sorella di Napoleone), che fu governatore del Piemonte dal 1808 al 1814.
BORGHI
All'esterno delle varie porte della cinta cittadina, allineati lungo le strade che si dirigevano verso l'esterno, erano sorti dei borghi. Il fenomeno, già iniziato in epoca romana, si incrementò nel medioevo a causa della crescita della popolazione cittadina entro una cinta muraria chiusa. Oltre al borgo dei Marmi (via Arsenale) fuori della Porta Marmorea, si può ricordare fra i più antichi il borgo del Po, costituitosi sulla sponda sinistra del fiume, vicino all'inizio del ponte fuori della Porta Fibellona.
Altro borgo noto fu quello di Dora, sulla sponda destra della Dora Riparia, fuori della Porta Palatina, così come un quarto sorgeva fuori della Porta Segusina ed un altro sorgeva anche sull'area ove fu poi edificata la Cittadella.
Questi borghi, nei secoli, subirono distruzioni e ricostruzioni a causa di guerre e di abbattimenti.
Infine, con le costruzioni delle più ampie cinte bastionate, i borghi più prossimi via via sparirono inghiottiti dalla città.
Si salvarono soltanto quello di Po e di Dora, rimasti fuori dei bastioni. Ma non tardarono a sorgerne altri, e i più discosti o piccoli nuclei abitati, un tempo lontani, divennero sobborghi della città. Possiamo ricordare quelli di Moncalieri, Bertulla, Vanchiglia, Madonna di Campagna, Colleasca, San Donato, Martinetto, San Paolo, Crocetta, Piazza d'Armi, San Secondo e Nuovo.
Più tardi ancora, incorporati anche questi borghi nella città in continua espansione, troviamo tutt'attorno all'abitato cittadino le nuove borgate: Sassi, Regio Parco, Maddalene, Aurora, Monte Rosa, Montebianco, Vittoria, Madonna di Campagna, Lucento, Ceronda, Campidoglio, Cenisia, Monginevro, Lingotto, Mirafiori, Pilonetto e Crimea.
Oramai queste borgate sono difficilmente individuabili perché facenti parte del tessuto urbano.
Sotto questa voce possiamo ancora ricordare il tristemente famoso, fino ai primi del Novecento, «Borgh del Fum» o "Moschino", situato all'incirca in regione Vanchiglia, sulla sponda sinistra del Po. Deve la sua fama al fatto che fosse asilo e covo della malavita torinese e teatro di furti e delitti.
CONTRADA E PIAZZA BORGO DORA
La contrada Borgo Dora corrisponde all'odierna via Borgo Dora.
Sulla piazza invece, esistente davanti alla stazione ferroviaria di Ciriè poi Ciriè-Lanzo, si svolgeva il mercato delle ortaglie, che aveva inizio verso la mezzanotte e terminava all'alba.
CONTRADA E PIAZZA DEL BORGO NUOVO
La contrada del Borgo Nuovo corrisponde all'odierna via Mazzini. La piazza era l'attuale piazza Bodoni.
«PIASSA DEL BOSCH»
Quella che in dialetto veniva chiamata la «piassa del Bòsch» corrisponde alla piazza del Mercato della legna o dei combustibili, dal 1865 ribattezzata piazza Solferino.
CORTILE «DLA BOTALA DOR»
L'osteria della « Botala d'òr », dalla quale il nome del relativo cortile, si trovava nel fondo del vicolo di San Maurizio che si dipartiva dall'omonima contrada.
La contrada di San Maurizio era il tratto dell'odierna via XX Settembre tra le attuali vie Santa Teresa e Monte di Pietà. L'osteria era una delle più frequentate della città.
PLACE DE LA BOURSE
Place de la Bourse, fu chiamata per qualche tempo, sotto la dominazione francese, l'odierna piazza Carignano.
RUE DE LA BOURSE
Rue de la Bourse, fu battezzata, per un periodo della dominazione francese, l'odierna via Giolitti.
VICOLO DEL BUE ROSSO
Prese nome dall'albergo del Bue Rosso che era nella contrada della Rosa Rossa (via XX Settembre tra via Garibaldi e Monte di Pietà), isola di San Lazzaro.
VIA BURDIN
Contrada aperta nel 1845, dedicata ai fratelli Burdin che primi introdussero in Piemonte uno Stabilimento agrario-botanico, aperto proprio in questa strada.
Corrisponde all'odierna via Giuseppe Giacosa.
«PIASSA O VICOL DEL BUR»,
O ANCHE «CORT»
La zona attorno all'attuale Palazzo di Città, nei secoli XVI e XVII, era ben diversa da come è oggi.
Dalla parte della «contrà dle Pate» (via Corte d'Appello d'oggi), c'era una piazzetta detta piazza del Burro, che ospitava il mercato dei latticini.
Ospitava anche la chiesa parrocchiale di San Benigno, soppressa poi nel 1575, ed i due alberghi dei Pesci e dell'Angelo, quest'ultimo, ancora attivo nel 1706.
La piazzetta era collegata con la contrada detta poi del Senato (via Corte d'Appello), attraverso una stradina tortuosa ed in certi punti stretta poco più di un «trabucco» (circa 3 metri), inizio di quella che divenne poi la contrada d'Italia (via Milano).
Con l'allungamento del Palazzo Comunale a settentrione, della piazzetta, non rimase che il cortile interno che per i vecchi torinesi rimase «la cort del Bur»
Alla fine della II guerra mondiale, con la caduta del regime fascista e la Liberazione della città, la giunta popolare della Città di Torino, deliberò la soppressione di denominazioni istituite durante il periodo fascista (figure e luoghi del regime e dei suoi alleati), l'assegnazione di nuove denominazioni (in ricordo di eventi, personaggi rilevanti nella lotta all'antifascismo), il ripristino di antiche denominazioni già modificate in epoca fascista e l'annullamento di denominazioni conferite senza l'osservanza della legittima procedura di assegnazione.
Leggi "La Stampa" del 1° gennaio 1946 con l'elenco delle vie che cambiarono nome dopo il ventennio fascista
Misura delle principali strade e piazze nel 1840
Vedi il riepilogo dei cambi di denominazione nella toponomastica della città
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Consulta la guida delle vie - corsi - piazze - borghi - vicoli del 1916 (.pdf)
Vedi le targhe delle vie nel corso degli anni