1840 - 1845 anni tranquilli a Palazzo Reale



image-1La giovinezza di Vittorio Emanuele II, tra i 20 e i 25 anni, coincise con un periodo di tranquillità a Palazzo Reale

Prova ne sia un episodio raccontato da Enrico Morozzo della Rocca, scudiero e gentiluono di camera di Vittorio Emanuele II quando era ancora Duca di Savoia.
Il futuro re aveva chiesto al Della Rocca, che affettuosamente aveva soprannominato Macigno, di venirlo a prendere a Palazzo all'una di notte, per andare a caccia.

Per il tocco di notte e solo a quell'ora egli doveva entrare nelle stanze del Duca per accompagnarlo nel cortile delle scuderie. Un quarto prima del tocco, col fucile a tracolla, passando davanti alla sentinella, l'ufficiale entrò nel portone del Palazzo Reale, che trovò socchiuso e senza sorveglianza.
Sali lo scalone che metteva alla gran sala degli Svizzeri, nella quale vide alcuni servitori sdraiati su materassi, profondamente addormentati, e sulle panche due carabinieri che russavano.
Salì quindi la scala detta delle forbici e si avviò all’appartamento del Duca.
In cima alla scala trovò uno o due usceri o servitori, anche questi addormentati; tutti gli usci aperti, gli anditi abbastanza illuminati, cosicché senza difficoltà, senza esser visto da alcuno il Della Rocca potè penetrare fino al letto dove il Duca dormiva ancora. Questi si destò al suo avvicinarsi:
« Ah, è lei! e tutto è già pronto? »
« Vostra Altezza mi ha detto di venire al tocco preciso, ed eccomi qua» gli rispose, facendogli vedere l'orologio che segnava in punto quell'ora.
« Balzò dal letto », racconta il Della Rocca « si vestì in fretta, senza chiamar nessuno, come l'avevano abituato durante la sua educazione. Quantunque ancora sotto un regime assoluto, eravamo molto lontani dai tempi in cui un gentiluomo offriva la camicia al principe; io non gliela offersi, e se l’avessi fatto', egli non l’avrebbe accettata. Il Duca si sbrigò davanti a me in pochi minuti, durante i quali presi occasione di dirgli com'ero arrivato fino al suo letto con l’arma a tracolla, senza che nessuno mi avesse veduto.
«E come sono venuto io » gli dissi « potrebbe venire chi non avesse le medesime intenzioni, mi permetta dunque di dare ordini, affinché la notte l’accesso alla sua camera non sia tanto facile».
Scrollò le spalle e ridendo mi rispose: « Chi vuol mai che abbia contro di me cattive intenzioni? Per carità non mi faccia mettere sotto chiave».
A conclusione ed a commento il Della Rocca nota: «Furono anni molto tranquilli quelli fra il 1840 e il 1845; la rivoluzione del 48 cosi vicina, i sommovimenti e gli attentati, erano ancora da venire».




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