Il Regio visto da un inglese



image-1L'inglese Charles Burney visitò la città nel 1770 per documentare il suo libro "History of Music". Racconta la visita al gran teatro dell' opera: “Larghissimo ed elegante, con macchi­nari e decorazioni magnifiche. Viene in Torino una compagnia di «burletta», e rimane, fino al Natale, al piccolo teatro, dove, durante l'estate, una compagnia di commedianti «buffi» recita tutte le sere, meno il venerdì, una «farsa fatta per ridere», ed un « intermezzo in musica a quattro voci.
E la serie degli spettacoli continua finchè comincia la « burletta».
Mi recai a teatro la sera dopo il mio arrivo; non v'era molta gente; i «pal­chetti» sono accaparrati per tutto l'anno; così non vi san posti disponibili che in platea; i sedili, che hanno spalliere, sono pieghevoli, ed evitano l'affollamento.


Questo teatro non è largo quanto quello di Lione, ma grazioso e capace di molta gente. Non vi sono gallerie, ma cinque ordini di palchi, ciascuno di 24 palchi; ogni palco contiene sei persone; nei box stanno complessiva­mente 720 spettatori; vi è un solo palco di proscenio per lato. La farsa risponde esattamente al suo nome. L'inter­mezzo non era cattivo: la musica graziosa, ma vecchia;
l cantanti mediocri, per l'Italia, sarebbero stati reputati ottimi, in Francia.

Pure, a dire la verità, in quanto al dramma, le opere comiche francesi hanno grande superiorità su quelle italiane; togliete la musica alle francesi ed avrete delle graziose commedie; ma, senza musica, le italiane sono insopportabili. Vi erano quattro perso­naggi, nella «burletta» di stanotte; le due donne non guastavano. Degli uomini non si può dire altrettanto; nessuno di essi sarebbe piaciuto a Londra; e gli italiani stessi non hanno in grande stima queste esecuzioni; chiacchierano durante tutto il tempo e badano ad una o a due arie favorite di tutta l'opera. Avrò frequentemente occasione di notare il cicaleccio e la disattenzione durante le esecu­zioni in Italia; ma qui la musica è a buon mercato e comune, mentre in Inghilterra è cara e più altamente pregiata”.




Vai alla pagina della Zona del Teatro Regio