Atlante di Torino


 


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93 - Alloggio di Alessandro Manzoni
Nel 1807 Alessandro Manzoni risiedette per tre mesi (da marzo a maggio) in città ospite del cugino Paroletti che abitava in rue de Mont Viso, porte 904, Quartier XVI, vale a dire nell’attuale via Roma nel tratto compreso tra via Gramsci e via Arcivescovado.

 

 

 



 

 

93 - Il linguista, critico cinematografico
In via Gramsci 7 abitava Leo Pestelli, scrittore, umanista e critico cinematografico nato a Torino nel 1909, figlio di Gino Pestelli, giornalista e redattore capo de la Stampa nel periodo prefascista, e della scrittrice Carola Prosperi.
Iniziò la carriera da critico cinematografico nell'immediato dopoguerra, prima su Il Popolo Nuovo dal 1945 al 1948, passando per la Stampa Sera, fino a La Stampa nel 1955 dove fino al 1960 assieme a Mario Gromo redasse la rubrica cinematografica, per poi ereditarne appieno il compito.
Pestelli ha scritto numerosi libri, tra cui Racconto Grammaticale (1967), Trattatello di rettorica (1971) e Perdicca (1972); era particolarmente noto a livello nazionale come linguista impeccabile.
Si batteva per la difesa della lingua italiana ed era fra i massimi conoscitori dei poeti dello Stil Nuovo, dei cronisti toscani del Trecento fino ai “veristi” dell’Ottocento.
Come critico cinematografico era assai stimato anche internazionalmente. Nel 1973 aveva fatto parte della giuria del Festival di Cannes, insieme ad Ingrid Bergman e Sydney Pollack.
È deceduto a Torino a causa di un collasso cardiocircolatorio il 3 dicembre 1976, all’età di 67 anni

 

93 - S. Maria Maddalena
Chiesa convento e case con il Rifugio delle Convertite. Era all’angolo tra le attuali via Roma e Arcivescovado.

image-1image-1image-193 - Galleria Nazionale
Prima del rifacimento di via Roma, nell'isolato tra le attuali via XX Settembre, Arcivescovado e Buozzi, sorgeva la Galleria Nazionale, inaugurata nel 1890 su disegni dell'architetto Camillo Riccio. Alta, spaziosa e ariosa, con un'elegante copertura in vetro e ferro, ospitava anche uno dei più popolari cinematografi torinesi e numerose attività commerciali.

93 - Via Roma vecchia e il Grotta Bar raccontati da Primo Levi

100 – Portici in via Roma
7 dicembre 1915 – Inaugurazione dell’edificiio del cinema Ghersi, in via Roma angolo via Andrea Doria.
E’ la prima casa con portici di via Roma: verrà poi abbattuta nel corso della ricostruzione della stessa via.

 

Vedi le immagini di via Roma vecchia

 



 

image-1100 - Il presidente degli Invincibili
Ferruccio Novo (1897-1974) presidente del Grande Torino abitava in via Roma 305.

 

 

 

image-1image-1100 - L’incendio della Marus
Il 19 agosto 1971 alla Marus (un grande negozio di abbigliamento di via Roma 343 ) scoppia il più catastrofico incendio del dopoguerra che provoca 2 morti, 12 feriti e un miliardo di danni.

 

 

 

 

 

 

 

image-1100 - Voleva il Papa presidente
Al n. 24 di via Lagrange nacque Vincenzo Gioberti (1801-1852) in esilio nel 1833 per le simpatie mazziniane, rientrò nel 1848. Fu deputato, Ministro e Presidente del Consiglio. Il fallimento della politica neoguelfa lo riportò a Parigi, dove rimase sino alla morte. Ne “Il primato morale e civile degli Italiani” propone un progetto riformistico, moderato, basato sugli antichi valori cristiani, comune a tutti gli italiani, che portasse a una federazione nazionale dei vari stati della penisola sotto la presidenza del papa.

 

 

 

 

 

100 - L’architetto neoclassico
 Giuseppe Maria Talucchi, architetto (1782-1863) Senatore, visse in contrada dei Conciatori 24 (via Accademia delle Scienze).Tra i suoi lavori: l’ospedale S.Luigi (via Piave), le facciate dell’Acccademia Albertina e dell’Accademia delle Scienze, il completamento di S.Filippo e il portale dell’Università (via Verdi).

image-1100 - L'albergo prestigioso
L'albergo Principi di Piemonte, venne progettato in stile razionalista nel 1934 da Vittorio Bonadé Bottino (progettista di fiducia della famiglia Agnelli) e Giovanni Chevalley. Edificato l'anno seguente su terreno di proprietà della SAEP (Società anonima edilizia piemontese, del gruppo Fiat). Fu inaugurato nel 1936.

Vedi l'approfondimento e le foto dell'albergo Principi di Piemonte



image-1100 - Standortkomman­dantur
Durante la parte finale della II guerra mondiale il comando del presidio tedesco aveva sede nell'Albergo Principi di Piemonte, in via IX Maggio 15 (ora via Gobetti).





image-1105 - Palazzo Parella di San Martino
In via Carlo Alberto 30-32, risale al 1657. Fu di proprietà del marchese Asinari Rossilon di Bernezzo. Dal 1737 della famiglia che gli ha dato il nome.














 

Vedi le immagini del palazzo di via Carlo Alberto 34











105 - Palazzo Cavour
vedi la monografia di approfondimento

image-1image-1image-1105 – La donna più bella d’Europa
Virginia Oldoini, divenne contessa di Castiglione verso i sedici anni, sposando senza amarlo il ricco e molto innamorato Francesco Verasis, conte di Castiglione. La coppia abitava nell’allora via dei Conciatori 10 (ora Lagrange) proprio a fianco del palazzo Cavour.
Virginia, soprannominata Nicchia dal D’Azeglio, nasce a Firenze il 22 marzo 1837.
Dopo una lunga serie di avventure a 19 anni incontra il conte Verasis di Castiglione, cugino di Cavour.
Alta, bionda, di figura armoniosa e snella, una statua di carne, come la definì non senza invidia la principessa di Metternich, aveva gli occhi cangianti tra l’azzurro e il verde e il naso all’insù. Non furono sufficienti gli avvisi allo sposo sulla libertà dei costumi della ragazza e la di lei ritrosia per le unioni vincolanti a fermare la cerimonia.
Dalla breve unione nacque un figlio, Giorgio. La coppia viveva a Torino e frequentava la corte, dove venne presto notata da re Vittorio Emanuele II.

Le sue relazioni amorose non cessarono, coinvolgendo anche, contemporaneamente, i fratelli Doria.
Cavour, vista la perspicace intraprendenza e intelligenza della donna, pensò di utilizzarla per le sue trame segrete. Inviata in Francia col preciso scopo di frequentare la corte Imperiale, Virginia non tardò a farsi notare dall’imperatore Napoleone III.
A un ballo l’imperatrice Eugenia de Montijo disse alla contessa (che indossava un vestito trasparente - protetta solo da un grande cuore in posizione strategica): ”Signora, voi avete il cuore troppo in basso..”
A Parigi le venne messa a disposizione una villa a Compiègne dove accolse Napoleone III vestita di una camicia da notte talmente leggera che poteva essere chiusa nel pugno di una mano.
La sua influenza a corte, durata circa un anno, iniziò ad affievolirsi quando un italiano attentò alla vita di Napoleone III. Si trattava di un certo Cappelletti, ucciso nell’azione, circuito sia sui fini che sulle modalità del colpo, organizzato dal capo della Polizia proprio su istigazione dell’imperatrice Eugenia.

Rientrata in Italia Virginia cercò, in occasione della visita dell’Imperatore (1859), di incontrarlo. La sua richiesta di ritornare in Francia fu accolta, ma le fu consigliato di evitare la corte. Alle sue dissestate finanze ora si aggiungeva la causa di divorzio che il marito le aveva intentato con ampia documentazione sulle sue avventure. Tornò più volte in Francia, ma altre rivali, più giovani, l’avevano ormai soppiantata nel cuore del sovrano.
Il suo ultimo viaggio oltralpe, alla disperata ricerca d’un passato ormai lontano, coincise col 1870, anno della presa di Roma, della disfatta di Sedan e della definitiva caduta del monarca francese.

Il 28 Novembre 1899, all’alba del nuovo secolo, moriva nella sua casa di Parigi, con gli specchi velati per non vedere la sua bellezza sfiorita. Aveva chiesto di essere sepolta con la camicia da notte, leggera e preziosa che stava tutta nel pugno di una mano e che aveva indossato la notte di Compiègne, e i suoi gioielli, ma nessuno dei suoi desideri fu esaudito: ebbe una regolare funzione religiosa in presenza dei camerieri, di un duca e di un un prestasoldi.
Non indossò neanche la famosa camicia da notte, né i suoi gioielli, che furono prontamente sottratti dagli eredi.
La polizia e i servizi segreti frugarono subito tra le sue carte, bruciando tutte le lettere e i documenti delle massime personalità del tempo, re, politici, papi e banchieri. E’ sepolta al Père Lachaise, il cimitero monumentale di Parigi, come aveva ordinato il re Umberto I.

Vedi alcune immagini di Palazzo Cavour nel 1932


Il conte di Castiglione
Pare sia stato proprio il conte di Castiglione, marito della bella Nicchia, a favorire la relazione tra la giovane attrice Emma Allis, in arte Ivon, che aveva 15 anni, e Vittorio Emanuele II vedovo quarantacinquenne ma in procinto di risposarsi con la sua Rosina. Emma fu un capriccio che andò avanti per ben nove anni. Più avanti Emma venne condannata a tre anni per aver simulato la nascita di un figlio.

 

 

 

 

 

image-1Il delitto del carbonaio
Il 28 agosto del 1877 il carbonaio Francesco Gambro venne trovato cadavere in un armadio del suo negozio in via Cavour 24, all’angolo con via S. Francesco da Paola, ucciso a colpi di bastone. La polizia svizzera il 27 settembre arrestò un suo garzone, Giovanni Cavaglià, detto “Fusil” che aveva commesso il fatto per derubarlo. Estradato venne rinchiuso nelle carceri Nuove dove decise di sottrarsi al giudizio suicidandosi dopo 100 giorni di detenzione. Incise questo proposito nella brocca che gli era stata assegnata. Il 28 febbraio 1878 Fusil tenne fede alla sua promessa impiccandosi con una corda, ricavata dalla tela del pagliericcio, all’inferriata della cella.



105 - Casa Lagrange
In via Lagrange 25. Qui il 25 gennaio nacque Luigi Lagrange (1736-1816), da una famiglia originaria della Turenna (Francia). Fu uno dei maggiori matematici del Settecento protagonista dell’Illuminismo. A vent’anni divenne professore alla regia Accademia di Artiglieria e Genio; nel 1758 fu uno dei fondatori della società scientifica che divenne poi l’Accademia delle Scienze.

 

 

 

 

 

 

 

 

image-1105 - La Chiesa bombardata
All'interno di via Lagrange 13 c'era una Chiesa Metodista Episcopale aperta nel 1897. Negli anni '30 del 900 fu trasformata in magazzino e venne gravemente danneggiata nel corso del bombardamento del 13 luglio 1943. Attualmente sull'area sorge un'attività commerciale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

image-1105 - Il ristorante degli eroi dell'aviazione
Nel periodo che precedette la prima guerra mondiale, al numero 33 di via Lagrange c'era l'albergo - ristorante Nazionale ritrovo dei pionieri dell'aviazione tra i quali Francesco Baracca (l'asso che creò la leggenda del cavallino rampante), Arturo Ferrarin (protagonista di vari raid tra i quali il Roma-Tokyo), Bortolo Costantini, Romano Cattaneo, Romolo Manissero, Alfredo Cavalieri, Tono Fochesati, Luigi Olivari, Armando De Dominicis ed Ettore Croce che operavano all'aereodromo di Mirafiori, culla dell'aviazione italiana.

Leggi la storia e l'approfondimento dell'aereoporto di Mirafiori

105 - Casa Talucchi
Nel 1815 in contrada dei Conciatori 10 (l'attuale via Lagtrange), nell'isola di S. Agnese, abitava l'architetto Giuseppe Talucchi ( (1782 – 1863). Nel 1818 progettò la prima sede dell'ospedale San Luigi Gonzaga (l'attuale Archivio di Stato), un'architettura panottica a croce di Sant'Andrea. Iniziò così una lunga attività di progettista, svoltasi in gran parte per l'Università, la pubblica amministrazione e la casa regnante, ma anche per molti privati e religiosi.

image-1I "Due Lampioni" diventano una banca
In via Carlo Alberto 45 aveva sede uno dei ristoranti più noti: il "Due Lampioni", oggi trasformato nella Banca Passatore.













image-1117 - Teatro Balbo
In via Andrea Doria 15 sorgeva il teatro Balbo. Costruito in legno come circo, nel 1856, poi rifatto in mattoni sette anni dopo. Poteva contenere circa 1500 spettatori, ospitava commedie, opere musicali e operette. Rimodernato prima nel 1889, poi nel 1907, accoglieva anche spettacoli di prosa. Le recite vennero interrotte nel 1916 per la guerra. Dal 1936 venne adibito a cinema e a spettacoli di varietà. Unico teatro della città dove era consentito fumare. Venne distrutto da un bombardamento aereo durante la seconda guerra mondiale (1943) e demolito del tutto nel 1949 per far posto alla Borsa Merci.

 

 

 

 




image-1image-1image-1Giuseppe Mazzini
Il monumento a Giuseppe Mazzini (1805-1872) fu eseguito da Luigi Belli (1844-1919) e collocato, nel 1917, sullo spiazzo di via Andrea Doria. Il politico repubblicano, fondatore della Giovine Italia, siede su un altare civile ornato con i nomi dei sui sostenitori e con i simboli della repubblica romana.

image-1La fuga degli elefanti
Il 25 gennaio 1926 verso le 15, cinque elefanti del circo Kludsky stavano per entrare nel teatro Balbo per la matinè domenicale quando un cane senza guinzaglio li assalì seminando il panico tra i pachidermi che fuggirono dai guardiani. Uno cercò rifugio nel portoncino di via dei Mille 6, altri tre si infilarono nell’androne di via Carlo Alberto 40, salendo la prima rampa di scale, il quinto venne bloccato per strada dopo un lungo inseguimento.

 

 

 

 



117 – Casa Ceppi
Il palazzo di via Pomba n. 17 è stato costruito nel 1876 da Carlo Ceppi (1829-1921). Qui abitò finché visse ricevendo gli amici Carlo Promis e il matematico Plana.
L'illustre architetto, professore all'Università per 45 anni, era molto popolare in Torino; tutti lo conoscevano e lo stimavano per il suo geni e per la grande modestia; lo si notava quotidianamente, ultraottuagenario, a pas­seggio per via Pomba, con la sola giacca anche d'inverno. A lui la città deve diversi dei suoi capolavori: co­struì la Fontana delle Stagioni, diede impronta personale alle vie Pietro Micca, Paolo Sacchi, a corso Vittorio Emanuele II, alla stazione di Porta Nuova e donò il progetto della vicina Chiesa della Madonna degli Angeli. Costruì tra l’altro i due palazzi Ceriana in piazza Solferino 11 e in via Arsenale 23, realizzò la sistemazione delle chiese delle Sacramentine e del Sacro Cuore di Maria.

 

image-1image-1117 - Madonna degli Angeli
Non si conosce il nome dell’architetto, né quanto durò la sua costruzione, la chiesa fu consacrata ufficialmente il 25 ottobre 1654.
Nel 1901 ebbe inizio una grandiosa ristrutturazione per mano dell’architetto Carlo Ceppi.
Sotto l’impalcatura dell’organo disegnato dal Ceppi vi è una ricostruzione della grotta di Lourdes che fu eseguita nel 1913, con la stupenda statua della Madonna Liberatrice, protettrice delle partorienti che è stata per circa trecento anni nella nicchia sul portale d’ingresso, all’esterno della chiesa.
Nella stessa isola aveva sede il conservatorio di zitelle (Soccorso) di S.Paolo

Vedi le immagini della chiesa della Madonna degli Angeli

 

 

 



Panorama interattivo 360° della chiesa della Madonna degli Angeli

 



117 - Si sposa “Macigno”
Il 12 settembre 1849, nella chiesa della Madonna degli Angeli, il conte Enrico Morozzo della Rocca (precettore, scudiero e amico del futuro Vittorio Emanuele II, che in segno di rispetto e amicizia lo chiamava "Macigno", generale e ministro della guerra del Regno di Sardegna) sposò la contessa Irene Verasis di Castiglione.

117 - Il frate terrorista
Nel novembre del 1945, nel convento della Madonna degli Angeli di via Cavour, viene arrestato il frate francescano Blandino della Croce. Nella sua camera vengono ritrovati bombe a mano e manifesti di propaganda fascista. Si tratta di uno degli appartenenti al gruppo che per 15 giorni ha terrorizzato la città. Con tre automobili, una 1500 nera, una Topolino verde e una Aprilia grigio-perla hanno percorso a tutta velocità le vie cittadine: in corso Inghilterra sparano raffiche di mitra, con proiettili traccianti, in corso Francia sfondano un posto di blocco dei battaglioni di «Sicurezza pubblica», gruppi partigiani che affiancano la polizia, e premono il grilletto dei mitra anche contro di loro, in zona Madonna di Campagna, poi, effettuano anche un rapimento. Caricano nel bagagliaio un giovane che passeggiava. Gli inquirenti li ritengono anche autori di un certo numero di rapine per il finanziamento di una struttura simile a quelle dei Werwolf (lupi mannari) tedeschi, ovvero bande fasciste che subito dopo la fine della guerra hanno deciso di continuare le ostilità contro il nuovo Stato. Il più noto di questi gruppi è quello delle Sam, le «Squadre di Azione Mussolini».  
Il gruppo continua a spostarsi per tutta la città colpendo nei quartieri San Paolo e Cit Turin e impiegando la polizia in inseguimenti ai 90 all’ora, fino all’arresto del Blandino e dei suoi complici: i piloti e gli equipaggi delle “automobili fantasma”. Molti di loro, giovanissimi, erano i ragazzi che andavano a trovare Blandino nella sua cella al convento: Aldo Ratti, 22 anni, ex apparente alle Brigate Nere, Rocco della Rocca, ex sergente della Guardia Nazionale Repubblicana, Carlo Testore, 20 anni, ex paracadutista della Folgore. Una delle menti dell’organizzazione è il professore milanese Angelo Pesce. Frate Blandino era stato cappellano militare della Repubblica Sociale e durante gli ultimi giorni di guerra si era fatto notare per la sua intransigenza. Era a Biella il 27 aprile quando i soldati dell’Rsi stavano trattando la cosa con i partigiani che avevano quasi preso il controllo della città. Era stato il frate con una feroce invettiva contro l’ipotesi di deporre le armi, raccontano i testimoni, a far naufragare le trattative.

Leggi l'articolo su "La Stampa" del 14 novembre 1945

117 - La famiglia Angela
Carlo Angela padre di Piero e nono di Alberto, all’inizio del 900 abitava con la famiglia in via Carlo Alberto 39. Carlo si laureò in medicina nel 1899. Durante la Grande Guerra fu ufficiale medico della Croce Rossa Italiana presso l'Ospedale Territoriale "Vittorio Emanuele III".
Durante il periodo della dittatura fascista Angela rinunciò ad incarichi politici e si trasferì a San Maurizio Canavese, come direttore sanitario della casa di cura per malattie mentali "Villa Turina Amione".
Durante l'occupazione tedesca e la Repubblica Sociale Italiana offrì rifugio a numerosi antifascisti ed ebrei, falsificando le cartelle cliniche per giustificarne il ricovero. Divenne anche presidente dell'ospedale Molinette di Torino.

 

 

 

 


Il teorico della razza
Il conte Joseph Arthur de Gobineau (1816 – Torino, 13 ottobre 1882) è stato un diplomatico, scrittore e filosofo francese. Personaggio cosmopolita, viaggiatore, nella sua lunga carriera fu ambasciatore in Persia, Grecia, Brasile e Svezia. Amava molto la città, si sentì male alla stazione di porta Nuova, per poi morire in via Carlo Alberto 45bis nel grande albergo Liguria.
Nel Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane sostenne la superiorità della razza ariana schierandosi a favore di un individualismo aristocratico. Fu l’ispiratore delle correnti razziste europee di fine secolo.
È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino.

 

 

 

 

Omicidio riparatore
Nelle soffitte di via Carlo Alberto 37, nel 1904, il calzolaio Luigi Grossi, di 42 anni conviveva insieme a una prostituta da 14 anni. Proprio nelle soffitte conosce la diciassettenne Clelia Davico e la mette incinta. Anche se pare fosse disposto a sposarla, per riparare, il fratello di lei, Carlo, lo uccide a coltellate, poi tenta inutilmente di uccidere anche la sorella.

Il primo abito confezionato preconfezionato
Nel febbraio del 1887 nel laboratorio di via Cavour della “Donato Levi e Figli” (che più tardi si trasferirà in via della Basilica e in Galleria Umberto I) venne confezionato il primo abito su misure standard "pret a porter". Un esperimento che intuiva come si potessero produrre capi di vestiario basandosi su misure ideali e teoriche, senza dover necessariamente confezionare ogni abito su misura per ogni cliente, quindi con costi minori.

Il rinnovatore della musica italiana
In via Cavour 41 nacque il musicista Alfredo Casella (1883-1947), protagonista del rinnovamento musicale italiano.
Il conservatorio dell’Aquila è stato intitolato alla sua memoria.

 

 

 

 

 



Lo scandalo della donna in pantaloni
La prima italiana che indossò i pantaloni lo fece, verso le 19 del 31 marzo 1911, sotto i portici di piazza Carlo Felice suscitando un vero e proprio scompiglio. Lo raccontano in dettaglio le cronache dell’epoca. Per sfuggire agli scherzi e agli schiamazzi dei passanti la signora dovette rifugiarsi in un negozio di profumeria fino alle 21, uscendo da una porta posteriore. Era un modello di “jupes-culottes” lanciato dal sarto parigino Paul Poiret.

La prima patente femminile
E’ il 3 giugno 1907, Ernestina Luisa Macchia Prola, 24 anni, ha la prima patente assegnata a una donna. Intanto visto il gran numero di auto in circolazione diventa obbligatoria la targa. Torino è identificata col numero 61.

Hotel Principi di Piemonte
Costruito col rifacimento di via Roma. Nel maggio del 1953 ospitò Frank Sinatra e Ava Gardner.

image-1Il ministro cieco
Pietro Paleocapa (1788-1869), patriota, militò con Napoleone, quindi si battè per l’annessione del Veneto al Piemonte. Cavour lo definì “ricco di accortezza e malizia ellenica”, fu ministro dei Lavori Pubblici, promosse lo sviluppo ferroviario, con l’obbiettivo di collegare i mercati sabaudi oltre l’arco alpino; condusse a compimento la progettazione del traforo ferroviario del Frejus e, nel 1855, collaborò alla progettazione del canale di Suez. Divenuto cieco, fu costretto dalla malattia a lasciare l’incarico ai Lavori Pubblici, restando dal 1857 al 1859 ministro senza portafoglio. Abitava in piazza Carlo Felice 15 al 3° piano.

Gelosia di donne
In p. Carlo Felice nel 1905 Giovanni Rossi, 21 anni panettiere, accoltellò uccidendolo Giovanni Riccard, 21 anni confettiere, “per gelosia di donne”.

Luce e e acqua
Il 27/4/1884 si accende l’illuminazione elettrica in piazza Carlo Felice. Per l’occasione viene anche rifatto il giardino.
La fontana fu inaugurata nel 1859, ha un getto di 20 metri.

image-1Piazza Carlo Felice
Viene strutturata tra il 1820 e il 1830 con l’innovazione del giardino pubblico (finora le zone verdi erano private) disegnato dal francese Barillet-Dechamps, lo stesso del Valentino. Anche lo stile è quello romantico all’inglese, piuttosto di quello geometrico all’italiana.

 

 



Il caffè espresso nasce a Torino
Angelo Moriondo (che era il proprietario dell'Hotel Ligure in piazza Carlo Felice) ha inventanto e brevettato, nel 1884, la prima macchina per il caffè espresso istantaneo.



Leggi l'approfondimento



 

Via Lagrange - Piazza Paleocapa

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image-1La casa senza finestre
In via Lagrange, angolo via Andrea Doria, la casa senza finestre dell'architetto Alessandro Antonelli. 
E' chiamata così perché le due facciate, quella di via Lagrange e quella di via Doria non hanno finestre, solo balconi, infatti sono percorse senza interruzione dalle ringhiere, mentre la facciata interna al cortile ha le finestre dipinte.


Il fondatore di giornali
In via Lagrange 37 nella casa senza finestre, nel 1877, morì a soli 29 anni il giornalista, storico e romanziere Giuseppe Beghelli Brigasco. Redattore del Ficcanaso (1868-1874), fondò molti periodici torinesi, tra altri: Il Buonumore, Giornale per tutti i gusti (1865-1866), La strenna del buonumore, Il Buon Tempo ( 1868), Il Diavolo: Giornale da ridere e da piangere, con caricature e ritratti (1864-1865), Il Fisco ( 1869), La Democrazia 1868 e 1869, L'Italia del popolo, 1873, La Federazione, Giornale della federazione operaia di Torino (1872).


procedi verso ovest (V) - verso nord (R) - verso nord (S)