Antiestetica

archi-sgradimento a Torino

riflessioni sull'edilizia urbana

Palazzaccio

Indifferenza per il contesto:
L'Ufficio tecnico dei Lavori Pubblici del Comune, davanti al Duomo


Una veduta aerea dell'area di piazza San Giovanni dove campeggia l'opprimente struttura del Palazzaccio. Se fosse piazzato da qualche altra parte non susciterebbe tanta avversione, ma proprio di fronte al Duomo dove è custodita la Sindone, meta obbigata di chi visita la città, sembra un manifesto che promuove il vecchio luogo comune che voleva Torino città "piatta, grigia, triste...".

L'attuale Palazzaccio (che si mostra qui sopra in tutta la sua massiccia pesantezza) ha sostituito il palazzo dei Portici (visibile sotto) costruito dal Castellamonte nel 1622, simile agli edifici di piazza San Carlo. Venne abbattuto nel 1936.
Com'era il palazzo dei Portici

Certo sarebbe stato meglio ricostruirlo così, com'è avvenuto proprio per alcuni degli edifici di piazza San Carlo, distrutti dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
L'insegna che accoglie a fianco dell'ingresso principale informa gli stupiti curiosi che vogliono sapere cosa sia questo inquietante monolito di mattoni rossi.

Brutto a norma di legge

A fronte delle innumerevoli proteste che costantemente si lamentano di questa costruzione il Comune, gentilmente, risponde che non ci sono i presupposti per intervenire in quanto è "a norma di legge!" Ci sono gli idranti ad ogni piano, funzionanti e collaudati ogni 6 mesi, decine di estintori ad ogni angolo, le porte sono TUTTE a prova di carrozzella per handicappati, e non c’è scalino che possa minimamente impedire l’accesso ad un piano qualunque del fabbricato perchè un ascensore omologato è stato recentemente aggiunto proprio per sopperire a questa esigenza! le vie di fuga non superano mai i 15 metri di lunghezza …

Verrebbe quasi da pensare che in questo paese le regole vengono seguite solo quando fanno comodo. Fortunatamente si tratta di una spiegazione di comodo, al Comune conoscono bene la situazione (al punto che si era pensato di coprire o camuffare la facciata), purtroppo però c'è sempre da fare i conti col bilancio.
La parte posteriore dela Palazzaccio, con il suo stile di "moderna" architetturta di regime, si incastona tra le torri Palatine, a sinistra, e il Duomo, a destra.

Giovanni Garbaccio, uno dei realizzatori del Palazzaccio (progettato nel 1956), con Passanti e Perona si sente incompreso: "La gente capisce poco l'architettura moderna". Secondo chi lo difende è "democratico ed antiretorico, incarna la Torino degli anni cinquanta: è un pezzo della nostra storia ed identità".
Ammesso che questa giustificazione possa essere accettata, allora i visitatori si dovranno fare una ben squallida impressione della storia e dell'identità torinesi del dopoguerra.

Una spiegazione convincente davvero, anche un pugno in un occhio fa parte della storia personale di molti di noi; pensate se un altro capolavoro come questo fosse stato inserito anche in piazza San Carlo, al posto degli edifici bombardati.

Roberto Salizzoni, professore di Estetica, è categorico: "Se dici che è brutto replicano che non capisci niente, ti parlano del significato della storia del contesto. Però se viene un amico da fuori non porti certo a vederlo".

Per ingentilire una costruzione indubbiamente pesante sono state realizzate queste decorazioni che non fanno che peggiorare l'effetto globale. Chissà quale parte della storia della Torino degli anni 50 rappresentano ?


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