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La torre arrogante

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La Torre Littoria di piazza Castello



La Torre Littoria è il più alto edificio residenziale della città.
Sorge in Piazza Castello, con 19 piani è alta 87 metri. L'antenna metallica alla sommità permette alla struttura di superare i 100m (109m) promuovendola così alla categoria di grattacielo.
Progettata dall'architetto Armando Melis de Villa e dall'ingegnere Giovanni Bernocco tra il 1933 ed il 1934, rientrava nel progetto di ricostruzione di via Roma. Inizialmente doveva ospitare la sede del Partito Nazionale Fascista, in realtà è sempre stata utilizzata per abitazioni private. Attualmente è proprietà della Reale Mutua Assicurazioni.
Particolare dei balconi La torre vista da via Viotti.

E' stato il primo edificio torinese realizzato con struttura metallica. Pur essendo un ottimo esempio del Razionalismo italiano è assolutamente avulso dal disegno regolare della piazza, splendido esempio di architettura barocca. Per questo motivo, nel corso degli anni, gli sono stati attribuiti diversi appellativi come "Pugno nell'occhio", "il dito di Mussolini" ed "il telefonino"

Al tempo dell'inaugurazione suscitò nei contemporanei un grande entusiasmo diventando nuovo simbolo della Torino moderna e fascista, in contrapposizione alla Mole Antonelliana, «specchio del modernismo del basso ottocento».
La torretta del grattacielo inizilamente ospitava una campana (visibile a destra) dedicata ai caduti. Era quasi un campanile laico del regime.

Rocco Moliterni ha scritto sulla Stampa: i grattacieli di Torino la storia centrifugata della città, sono i simboli dei moderni "principi", ossia delle classi dirigenti che si sono avvicendate in riva al Po.


In fondo il primo grattacielo di Torino è la Mole Antonelliana. E' il simbolo di un Torino ottocentesca che vuole stupire: la capitale se ne è andata a Roma, ma la città non nasconde le sue ambizioni. Almeno non le nasconde quella comunità ebraica che vuole erigere la sua sinagoga e l'affida al genio visionario di Alessandro Antonelli. Poi verrà la Torre Littoria, pugno nell'occhio nella Torino barocca con cui il nuovo potere fascista afferma architettonicamente la sua presenza proprio nel centro della città, di fronte a Palazzo Madama e a Palazzo Reale. Negli Anni 60 Torino è la capitale dell'auto e di una cosa che è nata da poco, la televisione, che presto emigrerà a Roma. A consacrare questi primati e le classi dirigenti che li hanno raggiunti s'innalzano il grattacielo della Lancia, nel quartiere operaio di San Paolo e quello della Rai in via Cernaia. A fine Anni 90 il primato dell'industria è in calo, ma la politica e l'amministrazione regionale contano sempre di più (adesso ci sono i governatori). Così nasce l'idea del grattacielo della Regione, quello che Fuksas progetta sulla Spina 2, e che dovrebbe restare come segno dell'era Ghigo, ma abortisce (forse si costruirà lo stesso al Lingotto e sarà un'altra storia, targata Bresso questa volta). Dalla politica l'ago della bilancia del potere oggi si sposta sempre più verso la finanza e così il nuovo grattacielo che Piano fimerà in corso Inghilterra è quello del San Paolo-Imi, il gruppo bancario che rappresenta un nuovo primato e un'altra classe dirigente della città.
Fuksas: "A Torino vanno bene dei grattacieli come elemento simbolico, in coerenza con monumenti come la Mole o la torre littoria costruita da Melis nel ‘33".

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