Quartiere San Salvario


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image-1Inizialmente è stato un quartiere periferico, abitato fin dalla tarda epoca romana.

Nel 1646 Madama Cristina fece erigere qui una chiesa per la residenza di campagna del Parco del Valentino.
La chiesa (posta sull'odierna via Nizza angolo corso Marconi, a ridosso dei palazzi postali della vicina ferrovia di Stazione Porta Nuova. ) dedicata a Cristo, era nota appunto come “San Salvatore di Campagna”.
La pronuncia piemontese ne ha modificato il nome fino alla versione appunto di Salvario, o Salvari in dialetto.


image-1Madama Cristina, moglie del re Vittorio Amedeo I di Savoia, desiderava un luogo di culto vicino alla residenza estiva del Castello del Valentino, quest'ultimo sorto nel periodo 1630-1660 ad opera degli architetti Carlo e Amedeo di Castellamonte.

Nel 1653 nella chiesa vi si insediarono i Servi di Maria, aggiungendovi un convento ed un ospedale, diventando poi la Casa delle Serve della Carità di San Vincenzo dé Paoli.


image-1Con la secolarizzazione dei beni ecclesiastici nel 1866  Il complesso perse importanza.
Sempre in quel periodo venne realizzata la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo Apostoli di Largo Saluzzo.

 

 

image-1Lo sviluppo urbano intorno alla chiesa di San Salvario fu documentato già da delle carte del 1790, quando era già in progetto una espansione del centro cittadino torinese verso sud, in quello che diventerà il "Borgo Nuovo" nel 1814-1822 (ovvero la zona situata tra Corso Vittorio Emanuele II, "Via Nuova" - attuale Via Roma - e il Lungo Po di Corso Cairoli).

Dalla cosiddetta "Porta Nuova di Torino infatti, si usciva direttamente per recarsi sull'attuale via Nizza, quindi sul Corso del "Valentino", poi ribattezzato Corso Marconi, che arrivava fin al Castello del Valentino.

Lo sviluppo del borgo arrivò con l'abbattimento della cinta muraria nel 1840, quando il quartiere cominciò a popolarsi di una nuova borghesia.

image-1Nel 1853, fu inaugurata la linea ferroviaria per Genova, ma l'edificio della Stazione Porta Nuova fu iniziato soltanto nell'anno dell'Unità d'Italia (1861), su progetto di Alessandro Mazzucchetti e del giovane Carlo Ceppi, e terminata soltanto nel 1868, senza inaugurazioni.
I successivi ampliamenti della stazione, come lo Scalo Vallino e l'area postale su Via Nizza, furono parzialmente colpiti dai bombardamenti della seconda guerra mondiale dell'8 dicembre 1942 e 13 luglio 1943, prova è il frequente ritrovamento di residuati bellici nella zona.

Come capitale dell'appena nato Regno d'Italia (1861), il Comune approvò l'idea del consigliere Nomis decidendo di ampliare il parco del Valentino, sul modello degli eleganti parchi inglesi e francesi, affidando il progetto al paesaggista francese Barillet-Deschamps.


image-1Il ponte sul fiume Po di Corso Dante, opera dell'ingegnere Ghiotti e dedicato alla principessa Isabella di Baviera, futura moglie di Tommaso di Savoia-Genova, fu terminato soltanto nel 1880.
Nel periodo 1873-1876 fu edificata, su disegno di Edoardo Arborio Mella, la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù di Via Nizza, 56, mentre, in occasione dell'Expo 1884, venne realizzato il cosiddetto Borgo Medioevale del Parco del Valentino, su progetto di Alfredo d'Andrade.

Nel 1889 l'architetto Carlo Ceppi progettò la chiesa del Sacro Cuore di Maria di Via Morgari 9.



Nel 1898, in occasione dell'Expo per i Cinquant'anni dello Statuto Albertino, realizzò la Fontana dei Dodici Mesi del Parco del Valentino.

Nel periodo 1848-1898 sorsero alcune eleganti palazzine, soprattutto nella zone di Via Nizza, Via Bidone, Via Giuria e Corso Massimo d'Azeglio, ad ospitare parte della Facoltà di Medicina e di Chimica e Fisica dell'Università degli Studi di Torino, oltre che le scienze infermieristiche dell'Istituto Rosmini nella via omonima.


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