Quartiere Parella


 

image-1La storia della borgata, ubicata nella periferia ovest della città, risale al Medioevo.
Tra le cascine della zona ce n'era una, identificata tra via Servais, via Gravere, corso Monte Grappa, costruita per la famiglia Conterno ma nel '400 acquistata e ampliata da dei nobili canavesani, i marchesi San Martino di Parella (che erano già proprietari della vicina cascina Balestré ("maniscalco"), nel complesso di botteghe e case basse, per artigiani, del borgo intorno alla piazza oggi intitolata al filosofo Tommaso Campanella.).
Della Cascina Parella, passata poi ai Savoia e infine ai Mergozzo, resta solo l'arco di ingresso, il resto è stato demolito negli anni Sessanta.
Al suo posto abbiamo il Centro Civico della Circoscrizione 4, nel complesso scolastico Neil Armstrong.

image-1Tutto intorno il paesaggio rurale era intervallato anche da altre numerose cascine; tra le più note la Borrello, la Lionetto (diede il nome alla piccola zona tra la via omònima, l'attuale via Asinari di Bernezzo e l'attuale corso Telesio), la Feroglio, la Pollone-Rodetti, la Tetti Broglia, la Bonino (su Via Cossa), la Gibellino (Via Sismonda, 18), la Calcaterra (quasi all'angolo Corso Lecce).

 



image-1Particolarmente interessante era la cascina Vittoria era nei pressi delle attuali vie Lessona e Domodossola, poco più a ovest della Gibellino; in passato esisteva solo uno stradone per Collegno, il prolungamento di via Cibrario, partendo dal borgo San Donato; la cascina, il cui nome fu dedicato alla Casa Savoia, fu ceduta ai nobili Signori di Morozzo, cambiando nome in Domus Morozzo; pare che, nel 1556, vi alloggiò il sensitivo francese Nostradamus (evento documentato da un'antica e misteriosa lapide); la cascina fu abbattuta totalmente intorno agli anni '60.




image-1Gradualmente i vari agglomerati del quartiere si popolarono, nel '600 e '700, lungo gli stradoni per Collegno e Rivoli.
Con la ripida discesa verso la Dora si giungeva alla 'Osteria della Porta Rossa'; da qui, voltando a sinistra, per la strada della Pellerina, si arrivava ai 'Tetti della Bassa' e, verso il confine con Collegno, allee cascine Mineur e Cascinotto, oggi ancora esistenti.

La strada antica di Collegno terminava contro la cinta dell'Aeritalia;, attualmente prosegue nel territorio di Collegno, divenendo viale Certosa, tramite cui è possibile raggiungere lo svincolo SS 24 Collegno-Pianezza della Tangenziale Nord e il Parco della Certosa Reale di Collegno; voltando a destra si percorre la strada della Berlia, su cui si trovano l'omonima cascina e quella detta "delle Grange" (grosse fattorie, però private dei loro terreni migliori dalla costruzione delle Officine Aeronautiche Pomilio, poi passate poi alla Fiat Velivoli).

Di particolare rilievo la zona meridionale del Parco della Pellerina, lungo Corso Appio Claudio; gode di una vista panoramica, per la sua posizione leggermente sopraelevata, rispetto alla naturale depressione fluviale del fiume Dora Riparia.

Le prime vie, che sorsero nel 1906, sono via Salbertrand (dal regime fascista denominata "Via Salabertano"), via Exilles, via Gravere.
Tutte le altre risalgono al periodo compreso tra il 1909 e il 1922.
Nel 1921 nel territorio compreso fra corso Altacomba (ora corso Svizzera), corso Francia, confine con Collegno, riva destra della Dora, vi erano poco più di 900 abitanti.

image-1Durante gli anni '20 il quartiere ospitò numerose attività produttive, in prevalenza nel settore meccanico, che contribuirono a stravolgere la cultura contadina della zona ed a distruggere la maggior parte delle antiche residenze rurali.

Una specifica norma vietò di edificare a nord delle vie Lessona e Servais, per tutelare il terrazzo morenico che sovrasta la zona dell'alveo della Dora.




A ridosso del sotto-quartiere Campidoglio, è degna di nota Villa o Palazzotto Arduino, sorta nel 1928, su progetto dell'architetto Paolo Napione, per il Cavalier Giuseppe Arduino, già proprietario di edifici della zona; è in stile neogotico, con torrette; successivamente fu arricchita di decorazioni, a rievocazione medioevale; è ben visibile da corso Lecce 63 (anticamente 108), all'angolo con via Lessona.
Una 'leggenda urbana' la identifica come la casa in cui visse il celebre Macario, ma è noto che a Torino l'attore risiedeva vicino al teatro da lui fondato, in Via Santa Teresa, 10.

 

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