Quartiere Aurora



 

image-1Quartiere della Circoscrizione 7, tra corso Regina, corso Novara, corso Principe Oddone e la Dora.
Include i rioni Borgo Dora, Borgo Rossini e Valdocco. Fin dall'epoca romana era una zona ricca di concerie, mulini, opifici e magazzini per le granaglie.

 

 

 


image-1Il nome deriva dall’edificio, che nelle carte topografiche ottocentesche risulta come "Cascina l'Aurora", all'angolo fra gli odierni corso Giulio Cesare e corso Emilia, nel 1869 fu trasformato in opificio tessile e nel secolo successivo ospitò il Gruppo Finanziario Tessile (GFT).
Nel 1984 l'intero complesso, che attualmente ospita una grande palestra e diversi uffici, fu ridisegnato dal celebre architetto Aldo Rossi, e da allora è noto come "Casa Aurora".



Fino agli anni trenta del '900 il borgo risultava l’insediamento produttivo più importante della città.
Lungo il “canale dei Mulini” (ora coperto, corrispondente alle vie Fagnano, Treviso, del Fortino, Pisano) derivato dalla Dora e diramato dal canale Pellerina, si era stabilito fin dal tardo medioevo un primo nucleo di opifici dotati di ruote idrauliche.
L'insediamento si sviluppò tra il’ 600 e ‘700 insieme all’abitato fuori dalla porta Doranea (corrispondente circa all’attuale Piazza Porta Palazzo).

Nel borgo avevano sede concerie, battitori da panno, peste da canapa e da olio.
Molto importante era il grande complesso dei “Molassi”, i più importanti mulini per granaglie, di origini medievale, ristrutturati nel ‘700.

Vi operavano anche due setifici, costruiti alla fine del ‘600, considerati come le prime industrie del Regno sabaudo, di cui oggi non rimane traccia.

image-1Qui era attiva la “Regia Polveriera”, attualmente trasformata in “Arsenale della Pace”, a cura del Sermig.

Nel 1850 Borgo Dora contava più di 20.000 abitanti, soprattutto operai; era quindi il quartiere operaio più grande della città.

Durante la seconda guerra mondiale fu fortissima la resistenza antifascista, il quartiere divenne poi zona d'immigrazione nel secondo dopoguerra, quando molte grandi fabbriche trasferirono ad Aurora le proprie officine e, contestualmente, si svilupparono molte piccole imprese (artigiane, commerciali e di servizi).

Nel 1964, su iniziativa di Ernesto Olivero, venne fondato il Sermig (Servizio Missionario Giovani), con l'obiettivo di aiutare i bisognosi. Nel 1983 il Sermig decide d'investire sul quartiere che stava lentamente diventando uno dei simboli dell'immigrazione extracomunitaria trasferendosi nell'"Arsenale della Pace": originariamente un'antica fabbrica di armi in disuso.
Così grazie al lavoro gratuito di tanti giovani, si trasforma in una sorta di monastero metropolitano aperto 24 ore su 24, punto di riferimento per i bisognosi in città.

Sul finire degli anni ottanta il quartiere, a forte impronta industriale, vede un'emorragia di residenti per la chiusura di molte fabbriche (come la Fiat Grandi Motori di via Cuneo) anche nei quartieri confinanti, soprattutto in Borgo Vittoria e San Donato.

Nell'anno 1988 viene chiusa la stazione di testa della ferrovia Torino-Ceres cioè la stazione di Torino Porta Milano di corso Giulio Cesare, arrestando il capolinea alla stazione di Torino Dora.

Dal 2018, tra via Bologna, via Ancona e corso Palermo sono state realizzate Piazza Verde e la "Nuvola" il nuovo edificio di 30 mila metri quadrati dove si trovano gli uffici della Lavazza, fondata nel 1895 a Torino da Luigi Lavazza.
L'edificio vuole incarnare i valori e gli oltre 120 anni di storia dell'azienda torinese.

 

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