Le Porte romane e medievali
Erano quattro le porte della Torino romana, oltre a qualche posterna secondaria.
Porta Praetoria era quella posta ad est verso il Po, seguendo le mura verso nord si incontravano due posterne prima e dopo il taglio obliquo delle mura verso la scarpata della Dora.
A nord era poi la Porta Principalis sinistra detta anche Palatina; ad ovest era la Porta Decumana o Susina, circa all'angolo della via Garibaldi e della via Consolata. A sud c’era forse già un'altra posterna allo sbocco della via San Francesco d'Assisi in via Santa Teresa alla quale seguiva la Porta Marmorea allo sbocco di via San Tommaso in via Santa Teresa.
Nel medioevo si ebbero non poche modifiche. La Porta Praetoria fu nel 1276 incorporata nella casa forte fatta costruire da Guglielmo VII di Monferrato e la porta spostata a sud. Nell'evo medio questa porta era detta Porta Fibellona, perché nel secolo XI sarebbe stata in possesso di certo Bellonis de Turre che vi si era fortificato e dopo di lui filii Bellonis.
Seguendo ancora le mura a nord non si incontravano più le due posterne, ma sul lato nord era la Porta del Vescovo, dietro il palazzo vescovile a capo di un vicolo che da piazza San Giovanni andava verso il Bastion Verde. Seguiva poi la Porta Palatina o Doranea. Quasi allo sbocco della via Milano eravi la Porta San Michele, così detta dalla vicina chiesa dedicata a quel santo. Seguiva poi a capo della via delle Orfane una porta secondaria detta Porta PusterIa; ad ovest era ancora la Porta Susina fra due torri come la Praetoria e la Palatina, ma questa porta era congiunta con un corpo di fabbrica, onde portava il nome di castello ed era sede dei marchesi di Torino, unica fortezza della città prima del 1200. Sul lato sud delle mura erano la porta detta Nuova a capo della via San Francesco d'Assisi e la Porta Marmorea.
Con l'ampliamento a sud, deciso nel 1620, la linea delle mura, corrente ove ora è la via Santa Teresa, venne avanzata fino a due isolati oltre alla piazza San Carlo. Si annullò la precedente Porta Nuova e si distrusse nel 1675 la Porta Marmorea e dopo una prima porta eretta provvisoriamente in legno e tela per accogliere il corteo nuziale del principe Vittorio Amedeo e Cristina di Francia, fu costruita la definitiva Porta Nuova su progetto dell'architetto Amedeo di Castellamonte a capo della contrada Nuova.
Questa porta era di marmo, con quattro colonne d'ordine Jonico, scanalate e fasciate; negli intercolumnii, entro apposite nicchie, erano le statue di San Luigi re di Francia e del Beato Amedeo IX.
Con I'ingrandimento ad est del 1673 venne spostata al fondo della nuova contrada di Po la nuova Porta di Po costruita su progetto dell'architetto Guarini nel 1676. Questa porta di ordine Dorico a forma di segmento di circolo con due angoli sporgenti e sei colonne aveva, su un dado posto sulla cima della costruzione, la statua di un guerriero con la bandiera dei Savoia, ai lati di quella, sull'attico, le statue del Po e della Dora e quelle di Pallade e di Mercurio.
Con l'ingrandimento del 1702 ad ovest l'antica Porta Susina dal sito ove era, circa all'angolo di via Garibaldi con via Consolata, venne spostata al fondo di via del Carmine. Come si disse, nel 1699 fu chiusa la Porta Palatina ed i locali resisi disponibili destinati a carcere del Vicariato; con la ristemazione della contrada e piazza d'Italia, su progetto dell'architetto Juvarra, fu abbattuta l'antica chiesa di San Michele e restaurata la vecchia porta di questo nome, che era poi stata detta Vittoria, perché per essa erano entrati vittoriosi Vittorio Amedeo II ed il principe Eugenio dopo la vittoria della battaglia conclusiva dell'assedio di Torino.
Tutte le porte con i bastioni vennero distrutte dai francesi durante l'occupazione del Piemonte dal 1801 al 1814.
tratto da Torino "dentro la cerchia antica" di Bruno Daviso di Chevallard