Il Filadelfia il tempio delle speculazioni e delle falsità
Lo stadio del Grande Torino voluto dal presidente conte Enrico Marone di Cinzano che creò la Società Civile Campo Torino, con quote versate a fondo perduto, e con il solo obiettivo di acquistare l'area e costruirvi uno stadio con annesso campo di allenamento.
I lavori occuparono 5 mesi di lavoro e costarono poco meno di due milioni e mezzo di lire. L'inaugurazione avvenne il 17 ottobre 1926 con una partita amichevole tra il Torino e la Fortitudo Roma (4-0), alla presenza del principe ereditario Umberto II, della principessa Maria Adelaide e di 15.000 spettatori.
Lo stadio ospitò le partite del Torino fino alla stagione 1962-1963. Qui i granata vinsero sei dei loro sette Scudetti (a cui va aggiunto anche quello revocato del 1927). In questa struttura il Torino è rimasto imbattuto per sei anni, 100 gare consecutive, dal 17 gennaio 1943 alla tragedia di Superga, compreso il famoso 10-0 ai danni dell'Alessandria (ancora record per una gara di Serie A). Nella seconda guerra mondiale, venne bombardato anche il Filadelfia. Tra le parti danneggiate si trova il campo (utilizzato dagli alleati per giocare a baseball) oltre alle gradinate di via Giordano Bruno. Nonostante la copertura della tribuna fosse intatta, le travi metalliche vengono asportate per rifornire probabilmente l'industria bellica, e sostituite con altre in legno. Il Filadelfia divenne inagibile per molto tempo, ed il campionato del 1943 viene disputato presso lo Stadio Motovelodromo Umberto I. In seguito il Torino si spostò presso lo Stadio Mussolini, futuro Stadio Comunale. Dopo la guerra i lavori di ristrutturazione vennero eseguiti dal nuovo presidente Ferruccio Novo. Nel 1959 venne approvato un nuovo piano regolatore generale secondo cui, dal 6 ottobre, per l'area veniva prevista una destinazione di gioco e sport, e si accennava al riconoscimento del valore storico.
Nel dopoguerra l'area del Filadelfia diventa residenziale e iniziano le speculazioni edilizie. Nel 1959 esce il nuovo piano regolatore che definisce l'area "verde pubblico". Nella stagione 1958-1959 il Torino si trasferisce allo Stadio Comunale e la stagione si concluse con la retrocessione in Serie B. L'anno seguente, per una questione scaramantica, la squadra tornò a giocare al Filadelfia, e lo stadio ridivenne la casa del Torino per qualche anno. Il 19 maggio 1963 viene disputata l'ultima partita ufficiale di campionato, un Torino-Napoli 1-1. Il Torino continuò ad allenarsi qui fino al 1989. La manutenzione però fu abbandonata, ed in pochi anni gli spalti si deteriorarono.
Il 30 aprile 1997 la Fondazione Campo Filadelfia chiede al Comune di poter demolire quello che resta dello stadio. Il 6 e 7 maggio viene accettata la demolizione, con l'esclusione dell'ingresso su via Filadelfia e di parte delle gradinate.
Continua così fino ad oggi la farsa che vede politici, speculatori, dirigenti, allenatori ed intrallazzatori utilizzare per i propri interessi, con proclami, promesse, assicurazioni e illusioni, questa struttura che fa parte della storia della città.