L'incendio del teatro Regio

La notte del 9-2-1936 al Regio cala il sipario su «Liolà», che il maestro Mulé ha tratto dall'omonima commedia di Pirandello.
Quando ormai gli spettatori si sono allontanati, forse per un contatto elettrico o per un mozzicone di sigaretta, si scatena un incendio sotto il palcoscenico e le fiamme, in meno di un'ora, di­ struggono il settecentesco teatro costruito dall'architetto Benedetto Alfieri su progetti di Filippo Iuvarra.
Nel rogo perì solo una capretta (era una comparsa nel Liolà), unica vittima dell’incendio.
Accanto al nuovo Regio (progettato nel 1973 dall'architetto Carlo Mollino e dall'ing. Zavelani Rossi), nel cortile a fianco della bigliette­ria, del vecchio teatro distrutto dalle fiamme, oggi rimane solo più uno sbocconcellato tratto di muro su cui si notano numerose apertu­re, taluna ancora con decorazioni barocche. A sinistra, dall'ultima apertura, dietro il pezzo di muro a triangolo iniziava il corridoio che congiungeva Palazzo Reale col Teatro. Di qui passava senza uscire dai suoi appartamenti la famiglia reale per recar­ si ad assistere agli spettacoli.
La vecchia parete sbrecciata è l'unico pezzo superstite del grande Teatro che dal 1740 rappresentò il massimo tempio della lirica torinese.

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