I mascheroni grotteschi di Torino


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Svariati esempi di mascheroni grotteschi, tipici del barocco torinese, decorano edifici di pregio artistico e monumentale del centro storico.

Lo sviluppo urbanistico del diciannovesimo secolo ridisegnò interi quartieri, favorendo l’utilizzo di queste decorazioni nei portici, nei capitelli, nelle chiavi di volta, negli archi e nelle balaustre, dove venivano spesso raffigurati sorridenti, con smorfie inquietanti o addirittura con la linguaccia.
Queste figure decorative e simboliche sono state utilizzate non solo in architettura, ma pure in argenteria, nelle porcellane, negli arazzi e nell’artigianato d’arte in generale.

L'uso di queste figure, spesso inquietanti, deriverebbe dall'antica Grecia dove era considerato come un segno di benvenuto.
Successivamente nel Regno delle Due Sicilie ebbe anche un carattere di protezione dalle sventure, alimentato da una forte superstizione dei committenti di tali opere.
Un esempio notissimo di mascherone si ha nella cosiddetta Bocca della Verità.

I mascheroni del Barocco torinese rielaborano quelli del Rinascimento fiorentino e romano.
“Alcuni telamoni sono pari a Firenze e a San Salvario" spiega Raffaele Palma che da un trentennio studia e trae ispirazione dal genere sospeso tra il meraviglioso e il terribile, un vero "sberleffo al demonio".

image-1I mascheroni grotteschi, che si ispiravano a figure zoomorfe, antropomorfe e ibridi di fantasia, si trovano anche come doccioni e ugelli di fontane, a imitazione stilistica di temi gotici e medievali come nella Fontana della Fortuna al Borgo Medievale, dove gli ugelli hanno forma fantastica, raffigurante la testa di un drago

Il mascherone grottesco barocco è un e simbolo di forza, eleganza e soprattutto dissacrazione.
Nasce come icona di distinzione nobiliare e chi lo esibiva voleva sottolineare il suo animo spavaldo.

 

 



image-1Il Guarini usò mascheroni grotteschi per decorare le finestre di Palazzo Carignano: ricordano la vittoria riportata dal reggimento dei Carignano a fianco dei Francesi nel 1667 contro gli Indiani Irochesi durante la colonizzazione del Canada.

Lungo via Roma e in piazza San Carlo si possono ammirare numerosi mascheroni seriali, estremamente plastici nelle fattezze, che possono risultare diversi a seconda di come la luce li illumini o li ombreggi.



Un altro mascherone molto noto è quello del Mastio della Cittadella: collocato a chiave di volta del portone d’ingresso.
Con la sua smorfia voleva farsi beffe degli invasori che tentavano di entrare per quell’ingresso, infatti si trattava di una falsa porta.

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