Lavazza



image-1"In un mondo che distrugge i beni della natura io non ci sto”.
Siamo nel 1935 e Luigi Lavazza, fondatore della più grande industria italiana del caffè, lascia ai figli la conduzione dell’azienda e ritorna a fare il contadino nella sua tenuta di Murisengo Monferrato (Alessandria), dove era nato il 24 aprile 1859 e dove muore il 16 agosto del 1949.

 

 



image-1Luigi Lavazza era rientrato in Italia profondamente amareggiato da un suo viaggio di due mesi in Brasile, paese che aveva visitato su invito di quel Governo. Uomo molto religioso, aveva visto con dolore che il caffè – alla cui importazione e vendita aveva dedicato la vita e che all’epoca cominciava a scarseggiare per le restrizioni imposte dal regime fascista – veniva usato nella costruzione di strade e per mandare avanti le locomotive.

image-1Ma il suo ritiro non fu totale, per quattro anni ancora mantiene la carica di presidente dell’azienda torinese pur risiedendo a Murisengo, il paesino che aveva lasciato all’età di 25 anni, con tante speranze e con un prestito di 50 lire ottenuto dalla Società Cooperativa di Mutuo Soccorso.

 




image-1Giunto a Torino fa lo sterratore, il commesso, il muratore e tanti altri mestieri. Nel frattempo frequenta con profitto prima la scuola operaia festiva “Archimede”, poi, per due anni, la Scuola Serale di Commercio e infine, per altri due anni, la scuola municipale di chimica “Cavour”.
Lasciato il suo ultimo impiego di magazziniere presso la ”Scotti e Manzoni”, decide di rilevare una ditta dissestata , la “Paissa e Ollivero”.

Ma i soldi non gli bastano. Ad aiutarlo è Manzoni, suo ex datore di lavoro, che gli presta diecimila lire.
E’ il 1894: nasce la “Lavazza”. La sede è in via San Tommaso angolo via Barbaroux : una semplice drogheria per la vendita al minuto. Nello stesso anno Luigi Lavazza sposa Emilia Morino, dalla quale avrà nove figli.

image-1Gli affari vanno bene, vengono assunti i primi dipendenti e col commercio al dettaglio viene trattato anche quello all’ingrosso : caffè, olio e zucchero. Il colpo di fortuna avviene proprio con l’acquisto, ad un’asta triestina, di cento mila quintali di zucchero, il cui commercio fino ad allora era tenuto da poche mani.

 


image-1Alla vigilia della prima guerra mondiale i dipendenti sono 41. L’azienda, che già si era trasferita in locali più ampi (via San Tommaso 10) acquista un terreno in corso Giulio Cesare angolo corso Vigevano e vi costruisce una nuova sede. L’attività viene concentrata sul solo caffè e si acquistano le prime macchine per la sua tostatura. E’ un successo.
Luigi Lavazza, dal suo ritiro di Murisengo, consiglia i figli Beppe, Pericle e Mario (quest’ultimo lascerà la ditta nel ’40) nella loro battaglia per superare il periodo più nero, quello del secondo conflitto mondiale.
L’azienda regge. La guerra finisce e ricomincia quella ripresa che porterà la “Lavazza” a diventare la grande industria di oggi.

Tra il 2014 e il 2018 attorno all'area compresa fra le vie Bologna e Ancona e corso Palermo, è stata costruita la "Nuvola" Lavazza, dove un tempo sorgevano diversi edifici in gran parte demoliti, un'ex centrale elettrica ENEL realizzata nel 1897 dall’ingegnere torinese Ermenegildo Perin ed oggi riqualificata nello spazio eventi, la palazzina di formazione del personale ENEL dove oggi trova sede lo IAAD di Torino.

 

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