Enrichetta Naum esorcista



image-1Al secondo piano del numero 6 di via Cappel Verde abitava Enrichetta Naum, l’unica donna esorcista.
Nacque nel 1846, in età matura acquisì notorietà come l’unica donna riconosciuta ufficialmente dalle autorità politiche e religiose come esorcista sia in città che in tutta Italia.

Negli ultimi decenni dell'800 le venne riconosciuta la capacità di scacciare demoni e spiriti maligni. Secondo alcuni era anche in grado di curare malattie misteriose incomprensibili per i medici del tempo: le guarigioni avvenivano pronunciando strane formule e con la somministrazione di pozioni che la stessa Naum faceva bollire sulla stufa di casa.

Quel che è sicuro che in quell'appartamento capitavano strane cose. Strani odori, litanie, preghiere e urla disumane si sentivano provenire dalla casa e stando alle poche testimonianze giunte sino a noi, questi strani riti sortivano un effetto benefico sui “pazienti” e per questa ragione nel 1895 l’allora autorità clericale la nominò ufficialmente Esorcista.

I registri ecclesiastici del tempo riportano il fatto che solo un altro individuo, appartenente al clero, era qualificato come Esorcista in tutta la città.

Alcuni sostengono che la donna fosse in realtà imparentata per via materna con qualche “masca”, ovvero donne abitanti le vallate limitrofi alle quali si attribuivano, e tuttora si attribuiscono, presunte capacità esoteriche e spirituali.
Altri pensano che gli esorcismi non fossero opera sua ma di suo marito Gaetano che rimaneva nell’ombra temendo di figurare come esorcista in quanto lavorava vicino al Seminario in una piccola fabbrica di candele che riforniva anche il duomo e preferisse non far sapere di essere coinvolto in opere che comportavano un rapporto con i demoni avrebbe insegnato alla moglie i rituali e le formule apprese consultando gli antichi manoscritti nella biblioteca del seminario.
Sulle molte persone che la donna avrebbe curato si diffusero molte voci ma poco o niente si conosce con certezza riguardo i suoi pazienti, vi è un solo caso documentato ed è quello del quattordicenne Giuseppe Brossa che, secondo la madre, sarebbe stato impossessato dal demonio, il quale lo costringeva ad avere deplorevoli atteggiamenti. Su consiglio del parroco, la madre del Brossa si recò da Enrichetta che, dopo strane omelie e litanie, preparò delle presunte pozioni magiche che raggiunsero lo scopo.

Negli ultimi anni della sua vita Enrichetta si era trasferita in una mansarda di via Garibaldi fino al 1911 quando un brevissimo necrologio su “La Gazzetta del Popolo” diede notizia della sua morte alla notevole età (per l’epoca) di sessantotto anni.
Ciò che è sicuro, comunque, è che oggi la famosa via Cappel Verde è considerata da molti come una delle tappe obbligate del turismo magico ed esoterico di Torino, alcuni cultori dell'esoterismo infatti pensano che Enrichetta non abbia mai realmente abbandonato l'appartamento di via Cappel Verde dove forse per gli esorcismi da lei compiuti ancora oggi si sentono strani rumori e il suo fantasma compare ancora di tanto in tanto spaventando gli odierni abitanti.

 

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