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Le rovine della vergogna

Incuria, menzogne e speculazioni: Lo stadio Filadelfia



La storia di questo stadio è troppo lunga e triste per essere raccontata in dettaglio; per riassumerla basta dire che su questo appezzamento di terreno, nel cuore di una zona che fa gola a molti, politici, dirigenti sportivi, immobiliaristi, speculatori, hanno giocato sulla pelle di chi considera questo luogo parte integrante della storia della città.

Hanno fatto promesse, raccolto voti, venduto mattoni, speculato, ma solo la GENTE ha fatto qualcosa: difendendo, pulendo e utilizzando quest'area per manifestazioni autogestite.


Questo non è solo uno stadio, è il luogo dove un'intera generazione, dopo la guerra, ha ritrovato la volontà di rialzare la testa, di tornare a gioire e a sognare. Un luogo che ha portato, con orgoglio, il nome di Torino nel mondo, un luogo - come dice Giorgio Albertazzi in un celebre filmato: "Dove il tempo, quando entra, si ferma un attimo e si toglie il cappello"


Veduta aerea del Filadelfia, situato vicino agli ex mercati generali e al Lingotto, è da molti anni nel mirino degli speculatori.

Qui, se non altro, la speculazione è stata bloccata dalla mobilitazione della gente che ha condotto un lungo ed estenuante braccio di ferro con chi, sempre a suon di promesse,è riuscito a smantellare pezzo per pezzo, senza mai ricostruire.

Dopo l'abbattimento, nel 1997, deciso dal sindaco Novelli (che nel contempo prometteva la ricostruzione) solo gruppi di volontari hanno custodito, pulito e riassestato quel che rimane.

Nella foto a destra (aprile 2010) vediamo appunto alcuni volenterosi che ridipingono il portone d'ingresso.


Monconi di storia custoditi dalla gente
Il costruttore del Palazzaccio di piazza San Giovanni dice che la sua "opera" fa parte della storia della città, per questo è giusto che non venga abbattuta. Ma se questo vale per la sede del palazo dei Lavori Pubblici del Comune, perchè qui non è avvenuto lo stesso?
Non siamo a Beirut ovest, ma a Torino, dove l'incuria e gli interessi di politici e dirigenti sportivi ha volutamente lasciato degradare questo complesso per poterlo demolire.
Nei progetti degli speculatori erano già disegnati un centro commerciale, un hotel e quant'altro, solo la costante vigilanza ed opposizione della gente ha impedito che questi progetti passassero.

Niente giustifica il fatto che per diversi anni sia stato lasciato così. In occasione delle Olimpiadi la governatrice Bresso si accorse di questo sconcio e lo fece mascherare dietro una cortina di cartelloni. Dopo l'evento hanno tolto i cartelloni, il resto è rimasto inalterato, se non per le pulizie volontarie e gratuite di un gruppo di cittadini che non accettano questa vergogna.



 



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